Anche l'eurodeputato Sergio Berlato, appena insediatosi come membro della Commissione Ambiente, è intervenuto durante la discussione sulle possibili ulteriori restrizioni per i cacciatori sulle munizioni al piombo nell'ambito del Regolamento concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH).
Ecco il suo intervento.
"La presentazione che ha fatto la Commissione di questa proposta mi sembra alquanto faziosa e dimostra una palese avversione ideologica contro la caccia, utilizzando come argomentazione ipotetici dati presunti come la morte di numerosi uccelli dovuta alla quantità del piombo sparso sul territorio, quantificata da alcuni addirittura in 500 mila tonnellate annue. Se affrontiamo la questione esclusivamente in una visione ideologica di strumentale contrarietà alla caccia, allora il piombo non c'entra più nulla, è solo avversione verso un'attività lecita, regolarmente esercitata nel rispetto della legge. La riduzione del numero di alcune specie di avifauna in determinate aree dell'Europa non è causata dall'attività venatoria, ma dalla sparizione di molti habitat naturali.
In molte zone europee se ancora esistono zone umide, dove questi animali possono continuare a vivere, ad alimentarsi ed a riprodursi, è proprio grazie alla caccia ed ai cacciatori che da sempre si occupano della gestione e della conservazione di queste aree; gestione grazie alla quale abbiamo potuto constatare un continuo aumento della fauna selvatica. La caccia non è quindi parte del problema, ma è parte della soluzione.
Per quanto riguarda invece le munizioni di piombo, se vogliamo lasciare da parte l’avversione ideologica nei confronti dell’attività venatoria e analizzare la questione senza pregiudizi, partiamo chiedendoci come mai si sia scelto il piombo per fare i pallini mo i proiettili. Iil piombo è un metallo pesante e tenero, che si deforma quando entra in contatto con l'animale uccidendolo, senza provocargli inutili sofferenze. Si utilizza il piombo proprio perchè ha una resa balistica migliore rispetto ad altri metalli, come ad esempio l’acciaio, molto più duri e che provocano diverse ferite all'animale colpito che così non subisce un impatto mortale ma finendo per morire dissanguato in luoghi lontani da dove è stato colpito, non potendo così essere recuperato da parte di nessuno.
Se poi vogliamo vietare il piombo pensando alla tutela della salute umana, dovremmo pensare prima a quanto piombo viene rilasciato dallo scarico delle automobili, oppure al fatto che molte tubazioni per gli acquedotti sono fatte in piombo con un contatto costante con l’acqua che viene bevuta dalle persone e dagli animali.
Con riguardo invece agli effetti sulla fauna selvatica tengo a specificare che il saturnismo è una patologia che si sviluppa per l'ingestione di grandi quantità di piombo. Ci risulta che gli uccelli acquatici si nutrano di granaglia, riso, miglio, ecc...ma non di piombo.
In Italia, così come in altri Paesi europei, sono stati stipulati accordi per vietare l'uso del piombo nelle zone umide, individuate spesso all’interno delle zone facenti parte di Rete natura 2000, per verificare gli eventuali benefici sull’ambiente derivanti dall'utilizzo di un metallo diverso per le munizioni ad uso caccia. In molti di questi Paesi si è però deciso di porre fine a questa sperimentazione e di tornare ad utilizzare il piombo, preferendolo all'acciaio e ad altri metalli più leggeri utilizzando i quali, per poter avere una resa balistica equivalente e soddisfacente, bisogna aumentare considerevolmente la spinta della polvere da sparo e questo significa dover sostituire tutte le canne dei fucili, con notevole aggravio dei costi a carico dei cittadini cacciatori.
Si corre così il rischio, per una spinta ideologica, di andare ad affrontare un problema in maniera non razionale, ma solo con la palese volontà di andare a penalizzare gratuitamente e ingiustificatamente i praticanti della caccia di tutta Europa".