Foto di Di Tim Verfaillie
L’Unione nazionale cacciatori zona Alpi (Uncza) recentemente ha presentato il Progetto stambecco, un dettagliato studio che propone e argomenta l'utilità di aprire la caccia di selezione a questo selvatico sulle alpi italiane.
La popolazione alpina, grazie anche ai molti interventi di reintroduzione e all'iniziale protezione (si salvò dall'estinzione grazie alla riserva di caccia del Re Vittorio Emanuele II), è in costante crescita dagli anni '70. È presente in tutti i paesi alpini: Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Slovenia ed è attualmente specie cacciabile in queste ultime tre nazioni. La popolazione totale ammonta a quasi 50.000 animali, suddivisi approssimativamente in circa 150-160 colonie.
Secondo Uncza il prelievo venatorio dello stambecco in Italia sarebbe possibile, secondo quanto previsto dalla legge nazionale 157/92, con l’inserimento della specie nell’elenco di quelle cacciabili di cui all’art. 18, comma 1. Come da prassi la modifica dovrebbe passare da un provvedimento del Consiglio dei Ministri, che su proposta del Ministero delle Politiche Agricole d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, potrebbe emanare un apposito provvedimento sulla base di valutazioni di ordine tecnico, sentito il parere dell’Ispra. Tale provvedimento - specifica l'Ucza - non contrasta con il dettato della Direttiva Habitat (92/43/CEE) in quanto la specie è elencata nell’allegato V “Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione”.
Il che significa che sarebbero le Regioni interessate a definire i prelievi sulla base dei dati di monitoraggio. Ovviamente si tratterebbe di garantire un'attenta pianificazione e uno stretto controllo della gestione, definendo quote annuali, modalità e periodi di attuazione per classi d'età. Già nel 2007 la Provincia di Sondrio decise di supportare tale modifica alla 157, istituendo un gruppo di lavoro, che vide anche la partecipazione dell’ISPRA e che delineò le migliori opzioni di conservazione e gestione della specie. Il tutto è tuttora proposto al fine di favorire un’ulteriore miglioramento dello status dello stambecco. Se ne parlerà a Macugnaga, a fine giugno, nella 55ª assemblea nazionale dei cacciatori alpini.