Ripristinare la centralità del ruolo delle Polizie Provinciali in materia di vigilanza venatoria: è questo il pressante invito dell'AIPP al presidente De Luca e ai capigruppo consiliari della Regione Campania, appena avuta conoscenza del testo di riforma della legge regionale in materia di esercizio della caccia, licenziato il 22 gennaio scorso dall’ VIII Commissione del Consiglio Regionale.
L’Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) trova sbagliato e surreale che, nella riformulazione dei testi unificati (proposte n. 617 e 437) concernenti la modifica della legge regionale del 2012 che regola l’attività venatoria in Campania, sia stato depennato ogni esplicito riferimento al ruolo del personale di polizia locale delle Province e della Città Metropolitana di Napoli, in spregio al ruolo storico delle Polizie Provinciali in materia di tutela e gestione faunistica.
Se è vero che la proposta regionale in itinere ipotizza la creazione , ma in via del tutto eventuale, di una struttura di vigilanza alle dirette dipendenze della Regione, va evidenziato che tale ipotesi è rimasta lettera morta già dal 2012 (con la vigente legge regionale del settore) , restando -ieri come oggi- priva di coperture finanziarie e chiare previsioni sui tempi, oltre a costituire una ipotesi presentata in una forma del tutto facoltativa .
L’AIPP, associazione professionale della categoria, è fortemente critica in merito al lavoro svolto prima dagli uffici regionali e poi dalla VIII Commissione consiliare ; sembra mancare la consapevolezza che la vigilanza venatoria provinciale è da decenni parte integrante del sistema di tutela e gestione faunistica anche nel resto d’Italia. Sia pure a seguito delle confuse e contraddittorie norme di riforma in materia di competenze delle province, molte altre Regioni a statuto ordinario, in linea con il dettato di apposite norme statali di bilancio, hanno comunque attivato specifiche convenzioni per avvalersi del personale di Polizia Provinciale, sia per i compiti di vigilanza venatoria che per quelli di controllo faunistico. Ragione di più per apportare i dovuti correttivi alla proposta di legge regionale in questione.
"Da non dimenticare che nel marzo 2017 anche la Campania ha sottoscritto l’accordo Stato-Regioni che impegnava le Regioni stesse a contribuire,nel giro di due anni, al ripristino degli organici per dare attuazione al Piano di contrasto del bracconaggio all’avifauna; ma a quanto pare negli uffici della Regione Campania la mano destra non sa cosa fa la sinistra".