La riforma della legge regionale sulla caccia della Campania, approvata in commissione, trova contrari anche gli ambientalisti. Per Wwf, Lipu, Lav, Legambiente ed Enpa, si peggiora fortemente l’attuale normativa sulla tutela della fauna selvatica e sull’esercizio della caccia. Secondo le associazioni siamo di fronte addirittura ad un "regalo pre- elettorale a una parte della lobby venatoria".
Le associazioni criticano il fatto che il testo affidi agli Atc funzioni amministrative, quali la redazione dei piani di abbattimento, che, dicono, dovrebbero essere esercitate dalla Pubblica Amministrazione, inoltre introduce la possibilità di assumere personale senza espresso riferimento al pubblico concorso di cui all’art. 97 della Costituzione.
"In particolare, si segnalano nel testo unificato di riforma le seguenti norme assolutamente non condivisibili: l’1, h, d del Testo proposto stravolge l’art. 10 della vigente L.R. in materia di pianificazione faunistica, introducendo l’ art. 10, comma 7, che proroga l’efficacia dei piani faunistici venatori provinciali fino al 2023. Ma, tali piani sono già tutti scaduti e, pertanto, non sono prorogabili. E’ evidente che tale norma è finalizzata a consentire anche per i prossimi anni la preapertura della caccia in assenza di pianificazione faunistica provinciale in violazione dell’art. 18 L. 157/92. L’art. 1o) del testo unificato contiene una gravissima modifica dell’art. 16 della vigente legge regionale in materia di controllo della fauna. In particolare, la modifica proposta, attribuisce alla Giunta regionale il potere di approvare piani di abbattimento della fauna se l’Ispra verifica l’inefficacia dei metodi ecologici preventivamente sperimentati. Tuttavia, a ben vedere, il testo risultante dalla modifica proposta, diverge dalla norma di legislazione statale (art. 19, comma 2 L. 157/92), che, invece, affida l’esecuzione di detti piani di abbattimento esclusivamente alle guardie venatorie delle Province (attuali polizie provinciali) , consentendo l’intervento dei cacciatori solo in funzione di ausilio e comunque limitatamente ai fondi agricoli in proprietà e conduzione interessati dagli abbattimenti. La proposta del testo unificato tenta, peraltro con una formulazione subdola, di introdurre, anche in Campania, una disciplina regionale analoga a quelle di altre regioni già giudicate incostituzionali dalla Consulta. Il controllo della fauna selvatica non è attività venatoria e non può essere affidato ai cacciatori. Il legislatore regionale non ha potere legislativo in questa materia. Il legislatore statale riserva il controllo della fauna alla polizia provinciale“.
Inoltre l’art. 1 s) del testo unificato modifica il comma 2 bis dell’articolo 20 della vigente legge regionale, prevedendo che il cacciatore possa raccogliere i bossoli a fine giornata anziché immediatamente, così rischiando di far aumentare gli illeciti abbandoni dei rifiuti. Altro punto oggetto di contestazione è quello riguardante la vigilanza venatoria da cui si escludono le Polizie provinciali di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno e la Polizia metropolitana della Città Metropolitana di Napoli. La riforma cancella gli agenti delle Province come organi preposti alla vigilanza venatoria. Da ben 80 anni i guardiacaccia (figure che si sono poi evolute nella Polizia provinciale) svolgono compiti di polizia venatoria e di supporto operativo nella gestione faunistica".