E' nato in Abruzzo un comitato spontaneo "di 140 capisquadra", dice il portavoce Dino Rossi. Un obiettivo su tutti: "contestare il nuovo piano faunistico, che penalizza le squadre di caccia con i cani". Ovvero la braccata, che - spiega Rossi -, in Abruzzo è meno impattante, si esercita con l’ausilio di un massimo di 4,5 cani con un numero di circa 20 cacciatori.
"Questo tipo di braccata in Abruzzo si è tramandata da anni - si legge nel comunicato - , non ha creato impatto ambientale, come qualcuno vuole far credere, tanto è vero che l’orso si è spostato nelle zone dove da sempre si è praticato questo tipo di caccia tramandato da secoli". Secondo i cacciatori il problema sono i fondi del Patom elargiti senza logica. Nella nota del comitato c'è poi la denuncia di una convenzione di 135 mila euro con Ispra per redigere il nuovo Piano faunistico. "Infatti dall’atto deliberativo della giunta regionale n°875 del 27 dicembre 2016 si evince dalla rendicontazione che il tecnico dell’Ispra ha percepito 50.200,00 € per dodici mesi e spesato di vitto e alloggio pari a 20.000,00 €, 37.000,00€ di materiale binocoli fari alogeni e radiocollari a questo si aggiunge altri 10.800,00€ di batterie fari manutenzioni mezzi Ispra e cancelleria 8.000,00€ di reagenti per analisi, 9.000,00€ per spese varie".
Di qui alcune domande: "questo tecnico come faceva a d usare le auto dell’Ispra se lavorava per la regione Abruzzo? Come si fa a pagare un tecnico assunto in un altro ente? Come mai l’Ispra ha accettato l’incarico pur non avendo l’attrezzatura visto che è stata la regione a comprarla? La cosa strana è che in pochi hanno visto in giro i mezzi dell’Ispra e in maniera velata si è visto qualcuno girare negli uffici degli AATTCC".
Secondo Rossi "troppi soldi ingiustificati per un piano faunistico che invece di abbattere i cinghiali li salva, visto che prevede dalle oasi 500 metri di rispetto in linea d’aria là dove secondo il nuovo piano, il cinghiale dovrebbe essere eradicato. Questo esperto ci dovrebbe dire come si può eradicare il cinghiale con la riduzione delle squadre che in trenta giorni l’anno abbattono più di 8000 cinghiali sulla zona dichiarata nel nuovo piano, non vocata, proprio dove insistono una miriade di oasi e riserve che risultano essere il serbatoio di cinghiali, come dichiarato da un’intervista al dott. Genovesi responsabile dell’Ispra". I cinghialai abruzzesi ora sperano in un intervento della corte dei conti.