Ognuno di noi, in questo delicatissimo momento di crisi sanitaria e sociale dovrebbe fare la sua parte. Non uscendo di casa, se non strettamente necessario, come giustamente ci hanno imposto di fare. Evitando i contatti con gli altri e mantenendo le distanze quando ci concediamo un’uscita per una spesa frugale. E se le libertà individuali sono sospese, situazione necessaria per fermare il dilagare dei contagi del CoronaVirus, anche le aziende che continuano giustamente a lavorare, tenendo così viva la nostra già fragile economia, hanno, probabilmente qualche responsabilità nell’influenzare i consumatori-cittadini.
Basta fare un giro sui giornali on line, che tutti frequentiamo molto più assiduamente del solito alla ricerca di notizie positive sul numero dei guariti (che per fortuna stanno aumentando) o accendere la tv, per imbattersi in mille pubblicità dove si continuano a mostrare assembramenti di persone, di fatto incentivandoli. In fondo la pubblicità non dovrebbe cogliere i cambiamenti prima ancora che avvengano? Allora cosa aspettano quei geni del marketing per adeguarsi alle nuove disposizioni governative che raccomandano di mantenere le distanze e stare in casa, evitando i contatti?
Sembra che nessuna pubblicità sia variata rispetto a un mese fa, quando di fatto la nostra vita era completamente diversa. Se anche le aziende facessero la loro parte fino in fondo, non solo proteggendo i propri dipendenti tramite lo smart working e i dispositivi di protezione individuali, ma anche educando la cittadinanza e adeguandosi ai cambiamenti in corso, forse avremmo fatto un altro passettino avanti verso la sconfitta definitiva di questo virus. E se non capissero questa urgenza, forse sarebbe auspicabile quanto prima un nuovo decreto che, per il bene di tutti, vietasse l’utilizzo di immagini che di fatto istigano a non rispettare i divieti in atto.