Alcuni giorni fa il Tavolo “Animali e ambiente”, costituito da varie associazioni che hanno come propria finalità l’abolizione della caccia (LAC, LAV, ENPA e altre), ha dichiarato sul proprio sito e informato la politica Regionale circa la propria contrarietà alla proposta di modifica della legge sulla caccia piemontese, con particolare riferimento alla parte in cui equipara la Regione Piemonte alle altre regioni italiane, riammettendo alla caccia 15 specie che il precedente governo regionale aveva escluso addirittura per legge. Un diritto, quello dei cacciatori piemontesi, calpestato da decenni, che oggi può finalmente essere riconosciuto, portando con sé tutti i vantaggi del coinvolgimento dei cacciatori nelle attività di monitoraggio e conservazione ambientale.
Non ci sorprende ovviamente la posizione del Tavolo, costituito da sigle ideologicamente anticaccia, ma ci ha sconcertato invece quanto prodotto dal Gruppo Piemontese Studi Ornitologici (GPSO), insieme all’Associazione Naturalistica Piemontese (ANP), che hanno pubblicato sul sito GPSO ( http://www.gpso.it/2020/03/documento-di-gpso-e-anp-su-modifiche-proposte-alla-l-r-19-giungno-2018-n-5-tutela-della-fauna-e-gestione-faunistico-venatoria/) un documento in cui si dichiarano contrari alla riforma legislativa di equiparazione del Piemonte alle altre regioni italiane.
Questo documento, piuttosto povero in relazione al numero di specie trattate, analizza con criteri sorprendentemente impropri e con numerose omissioni, lo stato delle specie oggetto della modifica. Federcaccia Piemonte pubblica oggi le risposte tecniche dell’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali di Federcaccia Nazionale, da pochi giorni inviate a tutti i Consiglieri Regionali Piemontesi.
I documenti sono due, uno di analisi del documento GPSO-ANP, e l’altro di esposizione delle fonti internazionali e nazionali sullo stato delle specie, con relativa bibliografia citata. Federcaccia Piemonte, insieme agli Uffici Nazionali, supporterà con numeri, fonti scientifiche e classificazioni ufficiali il diritto dei cacciatori piemontesi a prelevare le stesse specie cacciabili nel resto d’Italia. (Fidc Piemonte)