La CIA toscana esce allo scoperto. Con un comunicato a firma del suo presidente Luca Brunelli, ha sollecitato il proseguimento sulla strada di una corretta gestione faunistico-venatoria per salvaguardare le colture e tutelare gli agricoltori toscani dai danni provocati da cinghiali, caprioli e predazioni dei lupi. "Per cui - dichiara Brunelli - basta con pretestuose ed ipocrite crociate ambientaliste che vengono fuori con regolare puntualità, sempre e comunque a danno degli agricoltori e del delicato equilibrio fra uomo ambiente e fauna. Per salvaguardare le colture è urgente attivare le misure contenute nell’ordinanza regionale dei giorni scorsi, e per questo è importante anche la sensibilità dei sindaci e la piena collaborazione della polizia provinciale e delle guardie venatorie volontarie».
«Nella nostra regione -aggiunge Brunelli- si contano oltre 400 mila ungulati che impediscono agli agricoltori di produrre, danneggiano i boschi e l’ambiente, provocano incidenti alle popolazioni. I dati ci dicono che la situazione è drammatica». La densità dei cinghiali è ormai a livelli spaventosi: per ogni 100 ettari di territorio ci sono almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale ne prevede da 0,5 ad un massimo di 5 capi. Per ogni agricoltore ci sono ormai 5 capi di ungulati; per ogni pecora c’è 1 ungulato, per ogni maiale 3,5 e per ogni bovino 5 ungulati. Danni alle colture che ormai da sei anni, in Toscana, ammontano a oltre 4 milioni di euro annui.