Non ce ne vogliano gli animalisti se li tiriamo in ballo anche questa volta. Ma sono anche loro i diretti responsabili della troppa ignoranza che aleggia su tutta la nazione in fatto di flora e fauna. Lo ribadiamo ancora una volta: considerare gli animali selvatici esseri viventi da proteggere e ricoprire di cure (non richieste), non può che causare l'esatto effetto contrario.
Quello che a molti sfugge è che la natura se la cava da sola e quelli che a prima vista possono sembrare animali in difficoltà, altro non sono che esseri viventi completamente a loro agio nel loro habitat naturale. Stiamo parlando dei piccoli incostuditi.
Ogni anno in primavera si contano a decine i “falsi salvataggi” di cerbiatti, piccoli di capriolo, leprotti, che vengono portati via perchè “senza la mamma”, che si è semplicemente allontanata ma che sa dove e come ritornare dal proprio piccolo, e consegnati ai veterinari.
In realtà queste persone fanno un danno enorme perchè costringono gli animali “salvati” ad una vita in cattività, senza possibilità di recupero. Una volta sottratti dal loro ambiente e contagiati dall'odore umano infatti non possono più tornare in natura e sarebbero condannati a morte certa.
La Provincia di Arezzo, in collaborazione con le Atc del territorio e l'Ordine dei Medici Veterinari ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Lasciatemi nel bosco” al fine di infondere concetti base alla popolazione attraverso gli organi di stampa.
Viene ribadito per esempio che anche se un piccolo bambi può sembrare un adorabile peluches proprio come un cane o un gatto, una volta adulto spesso assume comportamenti aggressivi per motivi territoriali e sessuali, tanto da renderlo un animale estremamente pericoloso. La sua vita perciò non è compatibile ai piccoli spazi, come recinti o giardini.
Aspetto da non tralasciare, inoltre, è che oltre a creare un danno alla natura, prelevare animali dal proprio habitat è un reato. La legge infatti proibisce e sanziona la detenzione e la sottrazzione di fauna selvatica.