Ispra ha inviato alla Regione Toscana le osservazioni sulla proposta di calendario venatorio per la stagione 2020/2021. In una nota la CCT fa notare che i rilievi hanno di fatto ricalcato quella che da tempo è la posizione sostenuta dall’istituto e che la Regione Toscana ha saputo contrastare con la forza degli argomenti tecnico scientifici anche nelle precedenti annualità.
La Cct fa presente che lunedì prossimo si terrà una importante sede di confronto promossa dall’assessore Remaschi con tutte le organizzazioni interessate. "Da parte nostra - scrivono dalla Confederazione - , stiamo da tempo preparando un corposo documento tecnico scientifico a supporto della proposta redatta dalla Regione. Per la Confederazione Cacciatori Toscani rimangono comunque invariate le proposte a suo tempo avanzate ed in più occasioni anticipate all’assessore Remaschi. Nessun passo indietro rispetto al calendario dello scorso anno e una pressante richiesta affinché si riducano i tempi di approvazione da parte della Regione, al fine di garantire la certezza del diritto per la prossima stagione venatoria. Occorre difendere un’impostazione da tempo concertata e respingere gli attacchi del mondo animalista su tempi e specie già oggetto di ricorso. Azione con cui noi già da tempo siamo impegnati con il ricorso presentato da parte di Federcaccia Toscana e Federcaccia Nazionale a supporto del CVR".
Anche Arci Caccia, Enalcaccia, ANLC e Italcaccia in una nota commentano il parere Ispra:
L’Ispra ha visionato il Calendario Toscano e ha come lo scorso anno, posto i consueti rilievi strumentali basati sui desueti Key Concepts e sul mancato riconoscimento della validità di dati importanti come il monitoraggio della beccaccia o le analisi dei dati dei carnieri. Tutti problemi con cui la Regione si è già confrontata vittoriosamente nelle annate passate in sede giudiziaria, come la richiesta di limitazioni temporarie per i turdidi e di carniere per specie in moderata difficoltà come l’allodola o la pavoncella. Unica novità di quest’anno la richiesta dell’Istituto di sottoporre il Calendario a una procedura VINCA, una valutazione di incidenza che mai si era richiesta finora per questo tipo di atto amministrativo. Certo, questa nuova “gabella” è richiesta dalle linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 approvata dalla Conferenza Stato Regioni, ma la Regione, grazie al lavoro della Cabina di Regia Nazionale, può avvalersi, per confutare la tesi dell’Ispra delle seguenti considerazioni che fanno ben sperare in una favorevole risoluzione della procedura:
– le Linee Guida in oggetto non hanno carattere vincolante;
– il discostamento dalle Linee Guida è ammesso (cfr. Cons. St. parere, 2.8.2016 n. 1767), mediante atti che indichino le ragioni della diversa scelta amministrativa (fra le tante, cfr. Cons. St. parere, 29.5.2017 n. 1257; TAR Lazio, Sez. I, 14.2.2018, n. 1736);
– le Linee Guida non possono sostituire il dettato normativo (cfr. Cons. St. parere, 29.5.2017 n. 1257);
– le Linee Guida nella parte riferita ai Calendari Venatori si pongono in contrasto con la normativa di riferimento e in particolare con l’art. 6, comma 3, Direttiva 92/43/CEE, con l’art. 5 D. Lgs. n. 152/2006 e con l’art. 5 D.P.R. n. 357/1992 di attuazione e recepimento della Direttiva 92/43/CEE (nonché con la disciplina dettata dall’art. 18 L. 157/1992;
– le Linee Guida risultano illegittime in quanto assunte senza la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che è rimasto escluso dalla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome e così usurpato delle sue competenze in materia;
Siamo certi che la Regione, quindi, forte di questi riferimenti normativi per cui possiamo ringraziare il lavoro unitario svolto dalla Cabina di Regia Nazionale, potrà in tempi brevi portare all’approvazione il Calendario Venatorio per la prossima stagione.