Il Consiglio regionale del Molise, nell'ambito della discussione della Legge di Bilancio, ha approvato alcune modifiche alla Legge regionale 10 agosto 1993 n.19 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”.
Nello specifico, la modifica prevede che “qualora la presenza sul territorio regionale di una specie faunistica venabile risulti eccessiva, la Giunta Regionale, ai fini della riduzione delle criticità arrecate, può con propri atti estendere il periodo del prelievo venatorio per l’intero arco temporale, inteso dall’inizio al termine dell’intera stagione venatoria” e che i piani di controllo della fauna selvatica “possono essere attuati tramite le guardie venatorie dipendenti delle Provincie e da altri soggetti purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio”.
Una novità subito criticata da Legambiente, secondo cui, con l'apparente scusa di risolvere i problemi di gestione della fauna selvatica, "concede un vantaggio ai cacciatori a danno degli agricoltori che da tempo chiedono misure per arginare i danni della fauna selvatica".
Agli ambientalisti risponde Coldiretti Molise, evidenziando che seppur l’emendamento approvato non sia sicuramente risolutivo del problema, visto il numero oramai fuori controllo dei cinghiali sul territorio, va nella direzione di contenere i danni all'agricoltura. Coldiretti Molise pone l’accento sulla necessità di formulare proposte concrete, abbandonando la faziosità della critica fine a se stessa, rispetto a quanto è stato sino ad oggi messo in campo per cercare di arginare i gravissimi problemi creati dall’aumento incontrollato dei cinghiali.
"E’ giusto che ognuno esprima le proprie opinioni ed anche il proprio dissenso - scrivono dalla Coldiretti - ma è altrettanto importante che alla critica segua una proposta che sia però anche concreta e realizzabile. Questo non è più il tempo del “no a prescindere”; è giunto il momento di agire in maniera ferma per risolvere definitivamente un problema fuori controllo che sta annientando un intero settore produttivo della regione, quello primario, oggi più che mai indispensabile all’intero Paese".