Fa discutere la dichiarazione di un consigliere della Città metropolitana di Bologna con delega alla Polizia locale, che a seguito di un incidente mortale causato sulla complanare di San Lazzaro, dalla presenza di un cinghiale, tira in ballo fra l'altro le competenze dei cacciatori (ATCBO2).
Gli fa eco daniele Colli, presidente provinciale Federcaccia, ricordandogli che "i cacciatori operano nei piani di controllo volontariamente e a loro spese, nel rispetto delle regole stabilite dalle autorità, spesso farraginose e limitanti l’efficacia degli interventi stessi". E che "La mancanza di coordinamento tra gli interventi, nelle zone di parco, di oasi o comunque protette, non dovuta al mondo venatorio e agli Atc, porta alla situazione tipica di alcune zone del Bolognese, ricche di serbatoi inviolabili dai quali gli animali escono per alimentarsi causando danni ed incidenti stradali, per poi rientrare indisturbati. Più volte - scrive Colli - il mondo venatorio e gli Atc hanno riproposto convenzioni che prevedono sinergie operative nella gestione e controllo del cinghiale, in tutto il territorio, aree cacciabili e aree protette, ma tali convenzioni non sono mai state ratificate e quindi applicate. E su questo invitiamo la Città Metropolitana ad attivarsi, in quanto come previsto dalla Legge 157/92, risulta essere la prima responsabile della gestione dei Piani di controllo della fauna selvatica. Sarebbe corretto - fa presnete - quando si lancia il sasso non ritrarre la mano. Se si arriva a citare la mancanza di trasparenza, bisognerebbe menzionare i singoli episodi; se si paventano illeciti, bisognerebbe perseguirli. Non si può demonizzare una categoria sul sentito dire o sul sospetto. E' la Regione - fa presente - l'organismo deputato al controllo dell’operato degli Atc, attraverso gli STACP, l’ufficio Caccia e l’assessorato all’agricoltura: la Città Metropolitana non è coinvolta in questo, se non per i controlli di Polizia sui singoli cacciatori."
"I Cacciatori - conclude il presidente provinciale Fidc - assolutamente consapevoli della necessità di ricercare la sostenibilità ambientale e sociale della specie cinghiale, attraverso un prelievo in caccia e controllo, mirato e finalizzato, daranno la massima disponibilità agli interventi necessari, che dovranno essere coordinati e svolti in modo adeguato e sinergico".