Tramite la relazione speciale n. 13/2020 “Biodiversità nei terreni agricoli: il contributo della PAC non ne ha arrestato il declino” la Corte dei Conti europea ha dichiarato che la politica agricola comune, fino ad ora applicata, non è stata efficace nell’invertire il declino della biodiversità che dura ormai da decenni e che l’agricoltura intensiva resta la principale causa di perdita di biodiversità.
Se né parlato nella commissione ambiente di oggi, in cui é intervento l’Eurodeputato Marco Dreosto, evidenziando che, per cercare di concretizzare in maniera verosimile gli ambiziosi obiettivi delle nuove strategie sulla biodiversitá e Farm to Fork, bisogna agire concretamente, coinvolgendo in maniera diretta e positiva gli agricoltori, i cacciatori, i pescatori, gli allevatori e tutti gli altri diretti portatori di interesse.
“Essi sono gli unici veramente in grado di agire in efficacemente e direttamente, sia perché distribuiti in modo ubiquitario sui territori e profondi conoscitori degli stessi e delle problematiche ad essi legate, sia per gli interessi lavorativi o passionali, che li potranno spingere ad intraprendere concrete azioni di ripristino ambientale, in grado non solo di arrestare la costante perdita di biodiversitá ma addirittura di incrementarla e di combattere il diffondersi delle specie alloctone invasive.” ha enunciato il deputato del carroccio, ritenendo prioritario instaurare un approccio positivo con i portatori di interessi. Dreosto ha proseguito, ritenendo fondamentale la previsione di un sistema di incentivi importanti e di facile accesso, in maniera condivisa con gli indirizzi della PAC. Per il comparto zootecnico, allo scopo di tutelare ed incrementare le aree prative che piú di tutte stanno subendo il drammatico calo delle specie presenti, il parlamentare ha proposto di incentivare pratiche di allevamento che prevedano il libero pascolo, che crea le migliori condizioni per il mantenimento degli habitat molte specie e garantisce sostenibilitá, fornendo nuove opportunitá lavorative per i giovani, a vantaggio dell’economia circolare, della qualitá dei prodotti, del benessere degli animali allevati, recuperando la fruizione di zone marginali abbandonate e di quelle svantaggiate. Il parlamentare friulano ha poi concluso con un monito: “non si dovranno piú commettere gli errori del passato, l’indirizzo normativo deve andare di pari passo con gli obiettivi, rendendoli efficaci tramite la sburocratizzazione, la semplificazione e soprattutto il buonsenso”.