Oltre cinquemila gli emendamenti presentati contro le modifiche regionali alla legge sulla caccia contenute nel ddl Omnibus n. 83 (che mira a promuovere il rilancio economico post emergenza sanitaria). Così le opposizioni cercano di fermare la cancellazione di quelle norme che avevano portato il Piemonte ad essere la Regione con maggiori limitazioni all'attività venatoria d'Italia.
Come visto, il ddl, come da impegni presi dalla Giunta, in particolare dovrebbe ripristinare 15 specie nell'elenco di quelle cacciabili in Regione, in ottemperanza dell'articolo 18 della legge nazionale 157/92, che non prevede alcun divieto di caccia, bensì al massimo dei piani di gestione autorizzati da Ispra per alcune specie in calo. La Legge prevede anche l'aumento di 50 mila ettari di territorio venabile.
Il decreto rilancio piemontese è tornato in esame del consiglio regionale. Oltre al reinserimento delle specie pernice bianca, lepre variabile, insieme a fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola e il merlo tra quelle cacciabili e alla restituzione di territorio sottratto alla caccia, è in discussione anche una variazione delle norme sull'obbligo degli indumenti ad alta visibilità e una maggiore elasticità nella mobilità dei cacciatori tra Atc.
La maggioranza di centro destra ha auspicato un possibile contingentamento degli emendamenti, per prevedere una ipotetica approvazione del decreto in tempi consoni.