Il problema della fauna selvatica sta assumendo sempre più importanza in relazione all'aumentare dei danni sulle attività antropiche. Anuu Migratoristi interviene sull'argomento sottolineando l'impatto che le specie in sovrannumero finiscono per esercitare sulla biodiversità, causando lo sviluppo di malattie pericolose anche per l'uomo e costituendo un pericolo per la circolazione sulle strade.
Non si parla solo di cinghiali ma anche di cervi e caprioli fra gli ungulati e ancora orsi, lupi e specie più piccole ma allo stesso modo dannose come lepri, conigli, storni, passeri e cormorani, senza contare le cosidette specie “aliene” come le nutrie, di cui molto si è parlato, o gli scogliattoli grigi e i gamberi della Luisiana, solo per citare quelle più conosciute.
A fronte di un quadro tutt'altro che roseo sulla gestione della fauna in Italia Anuu mette all'indice gli atteggiamenti di scarica barile delle responsabilità che finora hanno portato soltanto a colpevolizzare il mondo venatorio “con la solita tiretera delle immissioni abusive di cinghiali e caprioli”.
“Bisognerebbe, allora, - scrive Anuu - far rilevare le responsabilità di un certo ambientalismo/animalismo che negli anni ha impedito un efficiente controllo delle specie problematiche, erigendo barriere giuridiche e legali che son servite solo a peggiorare la situazione sul piano tecnico e biologico, così come non ha saputo sviluppare una adeguata politica di gestione delle aree protette come dimostrano le molteplici indagini svolte dalle Istituzioni parlamentari”.
Per i Migratoristi occorre un diverso approccio delle amministrazioni governative statali e locali che devono prima di tutto predisporre un piano finanziario integrato che concentri risorse provenienti dai vari settori e non più unicamente dalle tasse dei cacciatori.
Inoltre occorre favorire le modifiche alla 157, con “più razionali riferimenti per la prevenzione e il risarcimento dei danni provocati dalla fauna e soprattutto per un più incisivo e reale controllo delle popolazioni problematiche a vantaggio di tutti i cittadini e del mondo agricolo” e risolvendo il vuoto gestionale delle aree protette, che non possono più nascondere le proprie responsabilità.
“E' ora che il mondo ambientalista/animalista finalmente decida cosa vuol fare da grande: continuare solo nella stupida, inutile e dispendiosa guerra alla caccia, oppure divenire maturo e iniziare ad affrontare seriamente le sfide di interesse comune e sociale che riguardano i veri problemi ambientali”.