Durante l'ultima riunione del Comitato tecnico faunistico venatorio siciliano, l'Assessore all'Agricoltura Edy Bandiera ha presentato la bozza di calendario venatorio 2020 - 2021. Il testo prevede l'avvio della stagione al 2 settembre con la preapertura per colombaccio, merlo, corvidi e coniglio selvatico.
La proposta prosegue con le seguenti date: dal 20 settembre 2020 al 30 novembre 2020: Coniglio selvatico dal 20settembre 2020 al 31 gennaio 2021 Volpe; dal 20 Settembre 2020 al 10 gennaio 2021: Colombaccio; dal 20 settembre al 30 novembre 2020: Quaglia; dal 20 settembre 2020 al 10 dicembre 2020: Merlo; dal 20 settembre 2020 al 10 gennaio 2021: Gazza, Ghiandaia; dal 20 settembre al 31 ottobre 2020: Tortora; dal 02 novembre 2020 al 31 gennaio 2021: Cinghiale; dal 1 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020: Allodola; dal 1 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021: Cesena,Tordo bottaccio , Tordo sassello; dal 1 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021: Alzavola, Beccaccino, Canapiglia, Codone , Fischione, Folaga, Gallinella d’acqua, Germano reale , Mestolone, Moriglione, Pavoncella, Porciglione; dal 1 novembre 2020 al 31 gennaio 2021: Moretta; dal 20 settembre al 31 ottobre 2020: Combattente; dal 1 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021: Beccaccia; dal 15 ottobre 2020 al 30 novembre 2020 incluso Lepre Italica, nelle aree oggetto di interventi di gestione attiva secondo le previsioni proposte nel Progetto triennale “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica (Lepus corsicanus) in Sicilia: buone pratiche e azioni di monitoraggio” .
Gli ambientalisti, contrari all'apertura al 2 settembre e critici per le disposizioni che consentono la caccia al coniglio selvatico anche usando i furetti e a pavoncella, moriglione e combattente, sono già pronti a presentare ricorso. Legambiente, Lipu e Wwf hanno dunque scritto a Bandiera, al dirigente del dipartimento Sviluppo rurale Mario Candore e al presidente della Regione Nello Musumeci per chiedere loro di “regolamentare il prelievo venatorio nel pieno rispetto della normativa statale e comunitaria, recependo integralmente i pareri e le indicazioni di Ispra e ministero dell’Ambiente. In caso contrario – anticipano le tre sigle - le associazioni ambientaliste preannunciano di voler adire le azioni giudiziarie ritenute più opportune”.