Non passa settimana in cui non si verifichi almeno un attacco agli animali domestici da parte di lupi e orsi, che si stanno velocemente espandendo in tutto il territorio nazionale. Dagli appennini alle Alpi - e non solo - i grandi carnivori sembrano aver trovato nelle aree montane ed in quelle degradate il loro habitat ideale e non disdegnano nemmeno di frequentare le periferie delle grandi cittá, come fa il lupo a Roma.
Ma da opportunisti quali sono, se ai predatori viene data la possibilitá di scegliere, preferiscono il menu facile: una pecora corre meno velocemente di un cervo o di un capriolo, cosi come un cane o un gatto sono piu’ facili da catturare rispetto una lepre o una volpe. In tutto questo sono gli allevatori a pagare il prezzo piu’ alto “i danni che subiscono gli allevatori sono diretti ed indiretti - spiega l’Eurodeputato Marco Dreosto, membro della Commissione Ambiente al Parlamento UE - non sussiste solo la perdita diretta del capo, ci sono anche gli esemplari feriti da curare, gli aborti delle femmine gravide causati dal trauma, il deprezzamento della qualitá del latte per l’aumento delle cellule somatiche e, soprattutto, il danno morale e psicologico subito da chi vive di questo lavoro ed ama i propri animali.”
Dreosto evidenzia che alle condizioni attuali, rischiamo di perdere una parte importante della nostra economia tradizionale: pastori, malgari, titolari di piccoli allevamenti estensivi rischiano di chiudere. Per questo le Regioni, titolari della competenza gestionale della fauna selvatica del risarcimento dei danni da essa provocati, devono cercare di ottimizzare al meglio azioni e sovvenzioni nei confronti della categoria. “La prioritá e quella di ridurre drasticamente i tempi di indennizzo del danno e pagare equamente i capi abbattuti, tenendo anche conto della zona - continua l’Onorevole - se l’area risulta svantaggiata come quella montana, il capo dovrebbe essere pagato due o tre volte il suo valore, ma soprattutto e’ fondamentale investire sulla prevenzione: in alcune realtá come il Trentino Alto Adige, la Regione fornisce ed installa le recinzioni elettrificate, in Friuli Venezia Giulia il danno da predazione viene indennizzato entro 30 giorni dall’evento. Io stesso, assieme alla collega Ceccardi, ho chiesto alla CE lo stanziamento di contributi dedicati. Il tempo stringe, urgono interventi rapidi, o ci troveremo a subire la desertificazione di molti territori legati al settore primario”.