Il Tar del Veneto ha accolto la richiesta sospensiva degli animalisti contro la delibera della provincia di Belluno che prevedeva l'abbattimento di 3.334 capi di cervi.
La delibera provinciale aveva fissato la caccia al cervo fino al 14 settembre, la prima sezione del tribunale amministrativo regionale del Veneto presieduta dal giudice Maddalena Filippi ha accolto la richiesta di sospensiva allungando la data fino al 23 settembre quando si discuterà in camera di consiglio del ricorso nella sua interezza.
Gli animalisti contestano l'incremento dei capi da abbattere in assenza dei dovuti censimenti, visto che quest'anno non sono stati effettuati a causa dell'emergenza Covid 19. La quota dei cervi da abbattere era stata aumentata del 20%, con parere positivo dell'Ispra, in considerazione dell'incremento dei danni causati dagli animali. “L’obiettivo dell’abbattimento è il riequilibrio”, spiegò in quei giorni il consigliere provinciale con delega a caccia e pesca Franco De Bon. “I danni che provocano questi ungulati sono pesanti per agricoltura e biodiversità senza dimenticare i pericoli per chi viaggia sulle nostre strade”.