Su ricorso di sul ricorso Legambiente, Wwf e Lipu, il Tar della Sicilia ha sospeso alcune parti del calendario venatorio regionale, disponendo lo stop della caccia al coniglio selvatico in assenza di censimenti aggiornati, l'illlegittimità del prelievo di moriglione e pavoncella, il divieto immissioni e abbattimenti di fagiano e starna, e il divieto di caccia alla beccaccia a gennaio.
Il Tar ha ribadito la preminenza dell’interesse faunistico-ambientale rispetto all’interesse alla pratica della caccia. "In mancanza di certezza scientifica, l’attività di programmazione, regolatoria e amministrativa deve ispirarsi al principio di precauzione, il quale può giustificare l’adozione di misure di protezione anche laddove permangano incertezze scientifiche sull'esistenza o la portata dei rischi".
"Dinnanzi a questi precedenti chiari ed univoci - scrivono gli ambientalisti in una nota - appare grave la posizione tenuta in questa vicenda dall’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera che ha emanato atti identici a quelli in passato, dichiarati illegittimi, solo per raccogliere il consenso della parte più estremista del mondo venatorio, causando al contempo un danno al patrimonio faunistico regionale e facendo fare ancora una volta una pessima figura alla Regione Siciliana".
Legambiente, Lipu e Wwf, riservandosi di agire sul piano dei danni sino ad oggi causati alla fauna siciliana, chiedono "l'immediata esecuzione dell’ordinanza, a partire dai divieti che scattano già domani e che vengano date immediate disposizioni agli organi di vigilanza per evitare ogni atto di bracconaggio".
La discussione di merito del ricorso è stata fissata a maggio del 2021, dunque a stagione già terminata.
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