All’interno dei tavoli tecnici o negli atti di indirizzo della pubblica amministrazione, l’attivitá venatoria viene spesso indicata come corollaria e di natura eccezionale. Ma quando a definirla eccezione ci si mette la Commissione europea tirando in ballo la Direttiva Uccelli, allora ecco che scatta l’interrogazione parlamentare.
Gli europarlamentari in quota Lega Dreosto, Casanova, Da Re, Tovaglieri e Lancini, hanno chiesto alla CE un chiarimento, in considerazione del fatto che la stessa Direttiva Uccelli include la caccia come parte integrante del proprio disposto.
“La questione puó sembrare pretestuosa, risulta invece fondamentale avere un indirizzo interpretativo chiaro, importante per attribuire all’attivitá venatoria la giusta valenza culturale, ecologica, ricreativa e sociale e non risulti strumento utile solo per contenere le specie aliene o quelle problematiche” ha dichiarato Dreosto. A sollevare la questione la stessa Federcaccia, che in diverse occasioni di incontro con la Commissione nei tavoli di concertazione, ha ascoltato questa interpretazione distorta dell’attività venatoria. “L’articolo 1 della Direttiva Uccelli al contrario prevede che gli Stati membri disciplinino anche lo sfruttamento di specie di uccelli e l’articolo 2 indica che gli stessi Stati adottino le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di uccelli ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative; mi pare piuttosto evincibile il fatto che le parole "culturali" e "ricreative" possano includere l’attività venatoria” ha chiosato il collega Massimo Casanova.
“Voglio ricordare alla CE – ha dichiarato Da Re - che alla gestione venatoria sono legate tutte quelle azioni di ripristino ambientale a favore delle specie cacciabili, delle quali beneficiano anche quelle protette per cui, in riferimento al prelievo di specie di uccelli le cui popolazioni sono in declino, la Commissione intende indicare il preventivo recupero degli habitat e la gestione dei prelievi, o preferisce solo limitarsi a suggerirne il totale divieto. Lo stesso articolo 7 della Direttiva enuncia le regole per il prelievo venatorio, sembra davvero strano non considerare quindi tale attività come integrante”. (Ufficio Stampa Lega)