Perchè sia efficace, il controllo dei selvatici erbivori (ungulati) necessita di più precise e diverse considerazioni. Lo sostengono in una recente ricerca pubblicata sul Journal of Environmental Management Niccolò Fattorini e Sandro Lovari dell'Università di Siena.
Gli impatti di erbivori da parte degli ungulati selvatici rappresentano un problema significativo a livello mondiale. Per essere efficace - dicono i ricercatori - la gestione delle popolazioni e degli impatti deve essere coordinata al di sopra della scala del sito, ma poche ricerche hanno studiato la scala spaziale appropriata su cui la gestione dovrebbe essere integrata per essere pienamente efficace. In considerazione della riduzione degli impatti negli habitat boschivi decidui o misti, si è testata l'efficacia della gestione specifica per scala in un'area di pianura del Regno Unito dove popolazioni di quattro specie di cervi da moderata ad alta erano l'obiettivo di programmi di controllo deliberati e predatori non umani erano assente, modellando l'impatto annuale registrato tra il 2009 e il 2015 in 98 boschi in funzione degli abbattimenti cumulativi di cervi prelevati dall'inizio della gestione.
L'analisi è stata ripetuta a diverse scale spaziali aumentando l'area circolare attorno a ciascun bosco, da 2,5 km di raggio fino a 100 km di raggio. I risultati suggeriscono per la prima volta la scala geografica su cui la gestione dei cervi deve essere coordinata per un'efficacia ottimale nel ridurre il loro impatto sui boschi attraverso ambienti relativamente omogenei. Per le specie di piccola corporatura e relativamente sedentarie (capriolo Capreolus capreolus; Muntjac Muntiacus reevesi di Reeves), la riduzione degli impatti all'interno dei boschi può essere ottenuta mediante l'abbattimento a livello locale, ma un modesto aumento dell'efficacia si registra con un aumento della scala spaziale dell'abbattimento a circa 30-70 km di raggio.
Per le specie di corporatura più grande con gamme domestiche più estese (daini Dama dama; cervo Cervus elaphus) la gestione per la riduzione degli impatti boschivi risulta realmente efficace solo se coordinata al di sopra della singola scala boschiva, con marcati aumenti su una scala di raggio di 100 km. Sebbene siano ancora necessari studi futuri per diversi tipi di ambienti, il lavoro sottolinea che la scala spaziale alla quale vengono condotti i piani di controllo può determinare l'efficacia della gestione della fauna selvatica, forse fornendo validi elementi su come gestire le popolazioni di fauna selvatica in modo più efficace.