Le associazioni venatorie campane hanno scritto alla Regione in merito alla limitazione della mobilità venatoria contenuta nell'ultima ordinanza emanata contro la diffusione del Covid. Le associazioni ritengono che possa esserne mitigato il contenuto per quanto concerne il divieto imposto, con decorrenza 23.10.2020, alla possibilità di mobilità in ambito interprovinciale. "Tenuto conto che, sovente, la residenza venatoria non coincide con quella anagrafica" queste disposizioni, "privano numerosissimi cacciatori, in gran parte residenti nella provincia di Napoli, della possibilità di esercitare attività venatoria, pur avendo, regolarmente, proceduto al pagamento degli oneri di legge".
Nella lettera si fa notare come le attività quali la caccia, la pesca, la raccolta funghi, svolgendosi all’aperto, in ambienti naturali ed in forma individuale, difficilmente potrebbero contribuire a determinare situazioni di assembramento, ritenute fonte primaria di diffusione del contagio.
Si fa inoltre notare come la sospensione o l’impossibilità di fatto di poter esercitare il prelievo venatorio ad alcune specie particolarmente invasive andrebbe ad amplificare le ben note e conclamate problematiche ricollegabili alla loro diffusione sul territorio in tema di danni alle colture, incidenti stradali, etc.
Le associazioni chiedono dunque di valutare la possibilità di integrare l’ordinanza emarginata consentendo ai cacciatori campani di poter raggiungere gli AATTCC, sia regionali che extraregionali, di iscrizione per la stagione venatoria 2020/21.