Prosegue l'iter in Umbria per la nuova legge sugli indennizzi dei danni causati dai cinghiali all'agricoltura. Il testo, già adottato lo scorso venerdì dalla giunta, verrà nei prossimi giorni discusso e votata dal consiglio. Il provvedimento propone una diversa gestione della fauna selvatica, puntando sul contenimento e la prevenzione dei danni alle coltivazioni, piuttosto che sull’indennizzo a posteriori.
"L’intento - e’ detto in una nota dell’assessorato alla caccia della Regione - e’ quello di fronteggiare, in sede legislativa, i notevoli cambiamenti intervenuti negli ultimi anni. L’obiettivo prioritario non e’ quello di incrementare i fondi per gli indennizzi, ma quello di sviluppare le forme di prevenzione, corrispondendo in questo modo alle esigenze piu’ volte segnalate dalle associazioni agricole. Sul piano del risarcimento dei danni, e’ comunque riconosciuto il diritto all’indennizzo integrale e non piu’ percentuale con l’eliminazione della franchigia, anche se questo obiettivo sara’ raggiunto con una progressione di tre anni: 75% per il 2009, 85% per il 2010, 100% dal 2011 in poi (attualmente, nel territorio libero, il rimborso ”copre” al massimo il 70% del danno riconosciuto)".
La legge stabilisce che "l’attivita’ venatoria si dovra’ svolgere sulla base di piani annuali di gestione, che devono prevedere ben definite quote di abbattimento, cercando cosi’ di limitare il numero dei capi di fauna selvatica a livelli ‘’sopportabili” dall’ambiente e dall’agricoltura. Le Comunita’ Montane, in qualita’ di enti gestori dei Parchi, portanno stipulare accordi con le Province o gli Ambiti Territoriali di Caccia, per l’attuazione degli interventi di contenimento programmati ".
(Asca)