Durante le ultime settimane e da molte parti della Spagna, agricoltori, allevatori e agenti del settore forestale hanno messo in guardia sui casi di danni alle colture prodotti da alcune specie selvatiche. Inoltre sono frequenti gli avvistamenti di cervi, caprioli, cinghiali e altre specie nelle vie di comunicazione e nei centri urbani, ormai praticamente resi deserti dallo Stato di allarme pandemia.
Questo è quanto denuncia con un manifesto la Fundaciò Artemisan (collegata a Federcaza). In primo luogo, si legge nel documento, è importante che la società sia consapevole delle conseguenze dell'elevata densità di alcune popolazioni di selvaggina in Spagna, che provoca incidenti stradali, danni alle colture, persistenza di malattie di grande rilevanza per la salute umana e animale, danni agli ecosistemi. Per tutti questi motivi, non sorprende che singoli cittadini ed enti abbiano richiesto, nelle scorse settimane, alle Comunità Autonome il permesso di effettuare controlli demografici su alcune specie di selvaggina. È necessario sottolineare - rilevano i sottoscrittori - che i cacciatori non chiedono in questo momento di cacciare, ma si stanno mettendo al servizio dell'amministrazione per svolgere azioni di gestione che consistono nel controllo di alcune popolazioni di specie determinate. Per questo, conclude l'appello, è necessario disporre di autorizzazioni specificamente espresse, che i controlli vengano effettuati nei casi identificati, nel rispetto delle norme di prevenzione sanitaria all'interno dello stato di pandemia.