Con la speranza di tornare presdto a caccia, anche la CCT fa il punto della situazione pandemia e sollecita attenzione.
"Occorre lavorare tutti insieme - si legge in una nota - per ristabilire il primato del confronto con le istituzioni per trovare le necessarie soluzioni ad un problema che può essere risolto con buonsenso e reciproco ascolto.
Non ci rassegniamo a rimanere spettatori della situazione che si è venuta a determinare e soprattutto continuiamo ad impegnarci costantemente per costruire una via di uscita in previsione di un possibile quanto auspicabile ritorno alla cosiddetta “Zona arancione”. Come abbiamo avuto modo di spiegare al Presidente Giani ed ai vari esponenti dei gruppi consiliari e all’assessore Saccardi tramite una memoria esplicativa da noi presentata qualche giorno fa, le soluzioni possibili ci sono e - dicono alla CCT - possono essere a nostro avviso applicate nel pieno rispetto dello spirito e dei contenuti del DPCM3 novembre 2020.Evidenziamo inoltreche per la caccia non sussistano interpretazioni che possano farne prevalere la caratteristica della sola ludicità, fermo restando l’importante ruolo che essa svolge nella gestione delle popolazioni faunistiche con particolare riferimento alle specie ungulate.Il riferimento contenuto all’art. 2 comma 4 lettera b) del DPCM del 3 Novembre “svolgere attività o usufruire dei servizi non sospesi e non disponibili in tale comune” potrebbe portare ragionevolmente alla determinazione di consentire alcuni spostamenti anche fuori dai confini comunali, purché circoscritti" in particolare per la caccia al cinghiale anche fuori dal comune di residenza, in quanto l’attività di caccia in braccata svolta dalla squadra in cui si è iscritti, viene esercitata in luogo ben definito, circoscritto, anche se in comune diverso o ATC diverso di quello di residenza anagrafica.
La normativa sulla caccia introduce il concetto di “residenza venatoria”e non anagrafica per lo svolgimento dell’attività venatoria,circoscrivendo comunque l’areale di spostamento del cacciatore. Sulla base di questo riferimento sarebbe pertanto possibile prevedere il raggiungimento dei comuni di residenza venatoria anche a coloro che risiedono in area metropolitana o in ATC diversi da quello di iscrizione. Analoga valutazione potrebbe essere estesa anche alla caccia nelle Aziende Faunistico venatore ed Agrituristico Venatorie". Con la conseguenza auspicata di:
a) Consentire lo svolgimento dell’attività venatoria nell’ATC di residenza venatoria per tutte le forme di caccia;
b) consentire l’accesso agli appostamenti fissi per i detentori di concessione anche se ubicati in comuni diversi da quello di residenza anagrafica;
c) analoga applicazione per le aziende faunistico venatorie ed agrituristico venatorie;
d) per lo svolgimento della caccia al cinghiale in braccata possibilità di svolgimento della caccia nelle aree assegnate da parte dei cacciatori iscritti anche se provenienti da comuni diversi.
e) svolgimento della caccia di selezione nei distretti di iscrizione.