Il Presidente dell'Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli, in una nota si compiace della decisione del Governo di consentire il contenimento del cinghiale, ma al contempo sottolinea la necessità di riaprire ogni forma di caccia.
Ecco il suo comunicato:
La grande mobilitazione dell’associazionismo venatorio, con in prima linea la Libera Caccia, ha cominciato a dare i suoi frutti. Il Ministero dell’Interno, infatti, tramite i Prefetti, ha finalmente accolto le nostre legittime richieste consentendo che, anche nelle cosiddette zone a rischio per la pandemia da Coronavirus, venisse riaperta l’attività venatoria per il contenimento del cinghiale.
Questo primo provvedimento sgombra definitivamente il campo dalle infondate lamentele della galassia animalista e anticaccia e conferma, con grande autorevolezza, l’importanza sociale della caccia nella gestione di moltissime specie problematiche.
Ma questo non può essere considerato un traguardo. Ora, sulla scia di questo lungimirante provvedimento, va immediatamente e contestualmente riaperta l’attività venatoria tutta che, vale la pena ricordarlo, viene condotta da cittadini preparati, di comprovata correttezza e in possesso dei più severi requisiti psico-fisici, che praticano la loro “utile” passione in ambienti vastissimi e nel più assoluto rispetto di tutte le norme stabilite dai vari decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Gli “untori” di questo stramaledetto virus vanno cercati altrove, non certo fra i cacciatori. Questo primo passo deve infine servire come monito al mondo venatorio a non cedere a divisioni di alcun genere, soprattutto fra coloro che praticano diverse forme di caccia, perché questo farebbe solamente il gioco di chi vuol indebolirci e delegittimarci.
Non ci sono cacce di serie A e cacce di serie B! La caccia è e deve restare una attività unica, con la stessa identica dignità, e va difesa nella sua interezza!
Roma, 20 novembre 2020
IL PRESIDENTE ANLC
Paolo Sparvoli