La bozza del nuovo regolamento sulla caccia di selezione, che prevede l'inserimento anche della specie cinghiale su richiesta degli agricoltori, è stata contestata dalle associazioni venatorie umbre.
Durante un' audizione in III Commissione sulla bozza approvata dalla Giunta, i rappresentanti dei cacciatori hanno manifestato le loro perplessità. Federcaccia, Enalcaccia, Libera Caccia e Cpa hanno manifestato la propria contrarietà, mentre, come abbiamo visto, Arci Caccia chiede che si faccia più prevenzione e che l'abbattimento sia solo una delle tante soluzioni in campo. Infine anche Urca ha manifestato il proprio dissenso, sottolineando come l'inserimento del cinghiale in selezione, andrebbe a snaturare la cultura della caccia di selezione.
C'è poi la questione della sovrapposizione dei distretti e dei tempi di prelievo tra selezione e braccata, cosa ritenuta rischiosa dalle associazioni venatori in fatto di sicurezza dei cacciatori. Tra le soluzioni prospettate c'è quella di riservare il periodo primaverile ed estivo (luglio - agosto) alla selezione. In alternativa l'individuazione di aree non “vocate” e dunque non interessate dalla braccata. Altre osservazioni attengono la possibilità di cacciare il cinghiale in forma singola senza una dovuta formazione. La bozza prevede infatti solo un contributo economico da parte del singolo cacciatore.
Da parte degli Atc le remore principali sono legate al progetto della filiera delle carni, dati i costi in termini di attrezzatura e personale da dedicare per lo stoccaggio e la conservazione della selvaggina. Chiedono dunque risorse adeguate anche per affrontare l'aumento dei danni della fauna.
Alla luce di tutte queste richieste di modifica, la III Commissione si è impegnata a riformulare la bozza sulla base di alcune delle osservazioni presentate.