In una nota FACE fa il punto sui progetti dei cacciatori nell’ambito della strategia Ue sulla biodiversità per il 2030. La maggior parte di questi è dedicata ad ottenere miglioramenti nelle consistenze numeriche di molti specie di uccelli selvatici. In particolare la cura e la manutenzione delle zone umide, dove proliferano molte popolazioni di uccelli acquatici nidificanti.
Il database del Manifesto sulla biodiversità di FACE mostra che il 41% dei progetti relativi agli habitat sono dedicati al ripristino delle zone umide. I progetti riguardano tipicamente la creazione e la manutenzione di siti in acque libere per anatre, oche e trampolieri (rapporto BDM 2020), a beneficio di numerose altre specie di fauna selvatica. La maggiore attenzione su questi tipi di progetti è particolarmente rilevante a causa dell'importante ruolo delle zone umide nel tamponare gli effetti dei cambiamenti climatici e della resilienza alle condizioni di siccità. Ciò è stato ulteriormente aggravato dai predatori dei nidi e dalle specie aliene invasive (IAS), come il cane procione, che riducono il successo riproduttivo di diverse importanti specie di uccelli acquatici. I cacciatori svolgono un ruolo chiave nella gestione dei predatori generalisti e delle specie esotiche invasive.
Tra le azioni portate avanti c’è infatti anche quella della protezione degli acquatici dai loro predatori, tramite la posa di nidi artificiali. Questo approccio - spiega FACE - ha avuto molto successo in Polonia. I cacciatori polacchi - membri dell'Associazione polacca di caccia Polski Związek Łowiecki - hanno gestito un progetto con le parti interessate rurali concentrandosi in particolare sui germani reali, le specie di anatre più numerose d'Europa. Al di fuori della Polonia, i membri FACE hanno promosso il lavoro dei cacciatori, ad esempio, nel Regno Unito, in Irlanda, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia.
Altro aspetto cruciale è l'inanellamento. Sempre il Polonia cacciatori e ornitologi hanno inanellato 1300 oche in 8 anni per studiarne i movimenti migratori in molti paesi in Europa. Questo lavoro ha facilitato la ricerca su migrazione, mortalità e riproduzione, che sono parametri principali per una gestione efficace della popolazione. Ciò dimostra ancora una volta che la cooperazione tra cacciatori, scienziati e parti interessate rurali è vitale per l'efficace conservazione e gestione delle specie di uccelli selvatici.