Come abbiamo visto, è stata recentemente ufficializzata la richiesta presentata da 11 cittadini di procedere alla raccolta di almeno 500.000 firme per un referendum abrogativo dell'art. 842 del codice civile. Ovvero di questa disposizione di legge: “Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno”.
Commentano le associazioni venatorie. Secondo Massimo Buconi, Presidente Fidc, “Evidentemente, non vedendo raggiungibile l’obbiettivo che si erano prefissati tempo fa con la analoga procedura volta all’eliminazione dell’intera legge sulla caccia, gli anticaccia ci riprovano con un progetto meno ambizioso e secondo loro evidentemente più facile” ha dichiarato il Presidente di Federcaccia Massimo Buconi. “Da parte nostra, oltre a vedere confermati i nostri forti dubbi sulla possibilità soprattutto in questo momento di raggiungere le firme necessarie, seguiremo con attenzione il procedere dell’iniziativa. Abbiamo già contattato parlamentari amici e i vertici delle associazioni agricole. Quello che questi gruppi di sprovveduti sempre all’inseguimento di una utopia anticaccia che stride col buon senso e la realtà, è che l’esercizio venatorio, che in Italia si articola attorno all’842, costituisce in primis per gli agricoltori, ovvero il 90% dei proprietari dei fondi di cui si sta parlando, un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, al bestiame e al controllo delle specie invasive. Anche a questo ennesimo attacco, se si concretizzasse e resta tutto da dimostrare, sapremo rispondere come già avvenuto in passato” ha concluso il presidente nazionale Federcaccia.
Questo invece il commento di Arcicaccia: "Si è arricchita di una nuova puntata, nella giornata di ieri, la telenovela dei Referendum sulla Caccia. Undici persone, forse le stesse che avevano proposto il Referendum mai nato sull’abolizione della 157/92, questa volta avrebbero puntato l’ART 842 del Codice Civile. Un attacco inziato depositando, tramite lo stesso legale della scorsa volta, un quesito per l’abolizione di questo famoso articolo, quello che permette a noi cacciatori di entrare nei fondi agricoli. Nel I Atto, quello che chiedeva l’abrogazione della 157/92, dopo aver avviato il procedimento, nessuno ha raccolto le firme, quindi il referendum non ci sarà. Sarà così anche stavolta? Così avremo la conferma della strumentalità dell’iniziativa? Ci viene spontaneo chiederci, visto che tutti gli ambientalisti li contestano, a cosa miri questo inconcludente gruppetto di animalisti. Visibilità? Oppure questa condotta fa comodo a qualcuno? Noi ovviamente attiveremo i nostri canali politici e legali e parleremo la Cabina di Regia e le Associazioni Agricole, per vigilare che non ci siano pericoli per la nostra passione, anche se a questo punto sembra superfluo. E’ curioso, però, che siano sempre gli stessi ex onorevoli veneti ad accorgersi immediatamente di questi attacchi alla caccia, quasi ci fosse un canale di informazione privilegiato, cosa che, al ripetersi di casi fortuiti, comincia a destare qualche dubbio. Di sicuro, noi pensiamo serva a poco diffondere comunicati allarmistici che provano a gettare nel panico i cacciatori che, per fortuna, non abboccano. Soprattutto, visto che la minaccia rappresentata da questi “Fratelli Animalisti-Cacciatori”, sembra serva solo ad alimentare un’operazione di “bracconaggio” elettorale e di tesseramento".