Da un rapporto sul declino della piccola fauna selvatica nei campi e nei prati in Europa realizzato da ELO (Organizzazione degli imprenditori agricoli) in collaborazione con la Fondazione François Sommer, OFB e AGPB, emerge chiaramente che la caccia non ha sostanzialmente alcun ruolo negativo. Anzi, nel rapporto, che evidenzia come gli Stati Membri abbiano reagito all’impoverimento faunistico, emerge che l’attività venatoria si è adattata negli ultimi decenni alle varie consistenze di popolazione, puntando per lo più le proprie energie sulla conservazione degli habitat, della fauna selvatica per raggiungere una effettiva sostenibilità. Ad incidere sui numeri della piccola selvaggina è stato in realtà un mix di fattori molto più invasivi, dall’agricoltura, e i suoi prodotti chimici, all’urbanizzazione.
Se si mettono a confronto gli studi europei disponibili che negli anni hanno messo in relazione la caccia con le consistenze numeriche, si nota come quest’ultima, grazie alle leggi in vigore, sia in grado di reagire prontamente ed evitare di incidere laddove ci sia già una sofferenza. In generale emerge che il mantenimento di un'attività di caccia ragionevole, rimane la via migliore e più redditizia per la conservazione di una specie e dei suoi habitat, proprio per il lavoro gratuito in termini di conservazione attiva e monitoraggio esercitato dai cacciatori sul campo.
Uno studio sul Regno Unito (Watson et al. 2007) ha evidenziato per esempio che eliminare la starna dalla lista delle specie cacciabili sarebbe controproducente, dato che la maggior parte delle azioni per aumentare le densità della Starna selvatica viene effettuato da appassionati di caccia. Così come precedentemente lo studio Havet & Biadi (1990) mostrava come una moratoria sulla caccia sulla specie non avesse impedito il suo declino.
Caso diverso al limite si ha per la tortora europea, dato che, si legge nel report, la stagione della caccia si sovrappone alla stagione della riproduzione in Austria e, in misura minore, Francia e Spagna. Il disturbo durante il periodo cruciale pre-migrazione quando gli uccelli devono aumentare sostanzialmente la loro massa corporea è probabile che influenzi la sopravvivenza (Zwarts et al., 2009). Il problema si accentua a causa del turismo venatorio, in alcune parti d’Europa, come in Bulgaria e l'ex repubblica jugoslava di Macedonia (con una stagione di caccia da metà agosto a fine settembre).
Small wildlife of fields and meadows in Europe