Secondo uno studio pubblicato dall'Autorevole periodico The Conversation, la caccia ha avuto una grande influenza sull'evoluzione del cervello umano. Oltre che un'attività del tempo libero, si legge, la caccia è infatti alla base delle nostre abitudini alimentari. Storicamente, l'uomo e la scimmia prima di lui hanno dovuto rimboccarsi le maniche per mangiare carne.
Nel 1925, il ricercatore Raymond A. Dart stava studiando dei fossili reperiti in Sud Africa, che hanno confermato che l'uomo ha origine nel continente africano, ma hanno anche rivelato molto sul comportamento degli australopitechi. Erano potenti cacciatori, in grado di produrre strumenti utilizzando le ossa, i denti e le corna degli animali che cacciavano. Questo comportamento si sarebbe evoluto durante il processo di ominizzazione, quando i nostri antenati diventarono bipedi, con le mani libere con cui potevano tenere strumenti e armi necessari per la caccia. Da questo sviluppo deriva la "Hunting Hypothesis", la teoria secondo la quale l'evoluzione delle dimensioni del cervello umano sarebbe in stretto collegamento con l'attività venatoria.
Naturalmente, come in molti campi della scienza, è una teoria su cui si dibatte. Tuttavia, si ritiene che la caccia sia uno dei fattori responsabili dell'evoluzione delle dimensioni del cervello umano. Quello che sappiamo in ogni caso è che la caccia resta un'attività innata nell'uomo, una tradizione millenaria che ancora oggi è orgogliosamente praticata e apprezzata.