Come era già chiaro dagli ultimi aggiornamenti, con il rientro delle perplessità della Regione Calabria, la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto l'unanimità sul Piano Nazionale di gestione della tortora selvatica, che permette di scongiurare la richiesta del Ministero di "non cacciabilità" della specie per la prossima stagione venatoria. La specie dunque sarà presente nei vari calendari venatori, probabilmente anche in preapertura, per un numero massimo di tre giorni con un carniere massimo giornaliero per ogni cacciatore di 5 capi ed un carniere massimo stagionale per ogni cacciatore di 15 capi.
"L’Europa infatti non ha chiesto di non cacciare la tortora selvatica, ma di farlo alla luce di un piano di gestione che tenga conto delle difficoltà della specie, applicando un prelievo sostenibile" commenta Fidc in una nota.
"Risultato importante quindi per il mondo venatorio italiano sperando che adesso non si ripeta il giochetto fatto per il moriglione e la pavoncella", commenta in una nota Sergio Berlato, presidente di ACR, secondo cui ora c'è da sperare che anche Ispra eviti pareri negativi sulla tortora in preapertura. "Ci chiediamo come mai lo stesso accordo non sia neppure stato cercato per condividere un analogo Piano nazionale di gestione del moriglione e della pavoncella, condizione indispensabile per rendere nuovamente cacciabili queste due specie con il loro reinserimento nei calendari venatori delle regioni italiane" aggiunge Berlato.
Positivo anche il commento di Arci Caccia: "Questo importante passo, garanzia di un prelievo sostenibile di questo animale su tutto il territorio nazionale, va incontro alle richieste della Commissione Europea e pone le basi per poter cacciare, anche quest’anno, questo splendido uccello. Perché la caccia, è bene ricordarlo, è l’ultimo dei problemi di questo animale".