Dove non lo fa la natura, ci pensano i cacciatori. In provincia di Macerata infatti non ci sono importanti zone umide naturali, luogo prediletto dai migratori alati per la sosta e l'alimentazione.
Così lungo le aste fluviali dei fiumi, nei comuni di Montelupone, Montecosaro, Potenza Picena, tanto per citarne alcuni ricadenti nel territorio gestito dall’Ambito Territoriale di Caccia Macerata 2, i cacciatori gestiscono dei laghetti artificiali, vere e proprie zone umide di piccole dimensioni, con investimenti economici non indifferenti, e con un quotidiano lavoro di manutenzione. In questo periodo, grazie al loro costante lavoro, si stanno fermando qui tanti uccelli acquatici che dai luoghi di svernamento si stanno spostando a quelli di nidificazione nel Nord Europa. E' quanto fa sapere in una nota il Presidente Provinciale Federcaccia Macerata, Nazzareno Galassi.
Piro Piro, Corrieri, Combattenti, Beccaccini, Pittime, cavalieri D’Italia, Mignattai e Marzaiole, solo per citare alcune specie. Non è affatto scontato, né facile. Permettere di mantenere in questo periodo di migrazione pre-nuziale il livello dell’acqua di questi laghetti basso e costante (i Limicoli necessitano di questa prerogativa per potersi alimentare) richiede dispendio di energie e soldi (forniti anche all'ATC).
Nel periodo in cui è consentita l’attività venatoria, da settembre a gennaio, vengono utilizzati anche per effettuare un prelievo come previsto dalla legge, ma per tutto l’anno sono essenziali perchè permettono a tutta la fauna selvatica acquatica, cacciabile e protetta, di poter sostare sul territorio. Se non è ambientalismo concreto questo, cosa lo è?