Nonostante questo non sia sempre riconosciuto, le Associazioni venatorie italiane portano avanti da molti anni una costante e intensa campagna per prevenire e combattere il bracconaggio. La FACE evidenzia come l’Italia sia attualmente l’unico Stato membro dell’UE con un Piano d’Azione contro l’uccisione illegale di uccelli e fauna selvatica. Un piano attivo da quattro anni partecipato da tutte le associazioni venatorie riconosciute.
Come sappiamo prevede una serie di azioni da portare avanti in sette aree identificate che vanno dalla vigilanza ambientale (grazie anche alle guardie volontarie provenienti dalle associazioni venatorie: un esercito di 4 mila persone); l’utilizzo di unità cinofile addestrate, campagne di sensibilizzazione e informazione, raccolta dati e redazione di report annuali.
Altro elemento importante è la formazione dei cacciatori, grazie a corsi ampiamente svolti dalle associazioni venatorie italiane. Il bracconaggio si contrasta anche con progetti di conservazione della biodiversità. FACE cita Life Perdix, dedicato alla reintroduzione della starna italiana e il progetto LIFE + “Ragione di speranza: reintroduzione dell’Ibis eremita settentrionale in Europa”, grazie al monitoraggio delle guardie Fidc e di cacciatori volontari.