Personaggio verace, il cacciatore Roberto Baggio ha abbandonato il rutilante mondo del calcio per ritirarsi, moderno Cincinnato, a coltivare la terra nella sua fattoria di Altavilla Vicentina, dove da tempo si è creato il suo buen retiro. Ma non rinnega la caccia, anzi. In un'intervista a Emanuela Audisio per il Venerdì di Repubblica in occasione dell'uscita del film "IL DIVIN CODINO", dove si racconta della sua vita, parla di sè, della sua famiglia, delle sue passioni. Abbandonato il calcio, si è messo a fare l'agricoltore, mentre non ha mai smesso di coltivare questa sua antica passione, la caccia, a dispetto del comune andazzo di una società sempre più critica nei nostri confronti.
"Non capisco - ha confessato alla Audisio - questa società ipersensibile verso le bestie e indifferente all'umanità. Ho appena visto la pubblicità di un cibo per gatti castrati: ma ci sarà una differenza fra chi muore di fame e non ha da mangiare, e l'attenzione agli animali domestici? Lo dico da uomo che ha due cani, Miele, un labrador, e Lady, un bracco tedesco. Mi incolpano - ha proseguito - di essere un buddista col fucile, di andare a caccia, di togliere la vita, ma voi il pesce lo mangiate; e chi uccide il tonno per voi e i polli e i maiali e i bovini e i conigli e le anatre? Ho querelato per diffamazione il presidente di un'associazione animalista e ho vinto la causa perchè sono stato minacciato da un suo gruppo. A me della caccia piace il prima e farei anche a meno dello sparo, ma essere trattato da assassino non mi va".
Tanto di cappello a un uomo che, adorato pallone d'oro del calcio italiano, quotidanamente riceve migliaia di lettere di ammiratori da tutto il mondo, che potrebbe calcare con successo tutti i palcoscenici del mondo, e invece si gode la vita agreste e la caccia, lontano dai clamori di una società sempre più alienante.