Federcaccia Lombardia in una nota commenta le novità appprovate in Lombardia
Nella seduta di Consiglio dell’11 maggio in Regione Lombardia sono state approvate tre modifiche alla Legge 26/93.
1) Innanzitutto si chiarisce che le autorizzazioni degli appostamenti hanno la durata di 10 stagioni venatorie dal rilascio, e pertanto non si correrà il rischio di dover sospendere l’attività venatoria durante la stagione per eventuali rinnovi. Si tratta sicuramente di un’ottima semplificazione.
2) Inoltre è definitivamente chiarita la possibilità di subentro di nuovo titolare diverso dall’erede nell’autorizzazione di appostamento in caso di morte dell’intestatario: si pone così fine a interpretazioni di singoli Uffici Territoriali, restii ad applicare la norma.
3) Da ultimo in materia di pianificazione faunistica è stata introdotta modifica per cui il piano faunistico regionale anziché avere espressamente “durata quinquennale”, una volta approvato potrà “essere aggiornato con periodicità almeno quinquennale”.
La nuova norma è di fatto allineata con la legge nazionale, che dispone che le Regioni provvedono a “eventuali” modifiche o revisioni dei loro piani con periodicità quinquennale.
È chiaro ora che il Piano Regionale potrà avere una durata superiore a 5 anni (e per fortuna, visto il tempo necessario per approvarlo), ma in ogni caso la Regione dovrà “almeno” ogni 5 anni (e quindi anche prima, ma non certo oltre i 5 anni) verificarne l’adeguatezza e provvedere così alla sua conferma integrale ovvero alla sua modifica o al suo adeguamento alle condizioni sopravvenute, o al suo rifacimento quando sarà ritenuto del tutto obsoleto o non più rispondente a norme di legge.
Ma con cadenza almeno quinquennale sarà necessaria una verifica dell’adeguatezza dell’impianto del Piano, con adozione degli eventuali correttivi necessari: del resto la norma regionale non può che essere interpretata alla luce della disposizione nazionale, e così sarebbe ovviamente interpretata dai Giudici Amministrativi, come del resto pochi giorni fa dimostrato dal Consiglio di Stato. D’altra parte se si fosse voluto intendere il quinquennio come termine minimo di intoccabilità del piano e non anche come termine massimo (come è per la legge nazionale), si sarebbe dovuto impostare diversamente la norma.
Molte altre – attese – modifiche (soprattutto in materia di anellini) saranno invece in discussione la prossima settimana. (Il Presidente Regionale FIdC Avv. Lorenzo Bertacchi)