Un ricorso incomprensibile ma a cui siamo purtroppo abituati aveva messo in dubbio la praticabilità del piano di controllo di uno dei nocivi più infestanti delle campagne italiane: la nutria.
Il tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Lega Anti Vivisezione (LAV) al provvedimento approvato dalla Provincia di Bergamo per il controllo del roditore, causa ogni anno di veri e propri disastri geologici e ambientali. Il ricorso della nota associazione animalista ha preso di mira oltre alla Provincia, l'Ispra che aveva dato parere favorevole al piano e i due Atc di applicazione del piano, Pianura Bergamasca e Prealpino.
La sentenza del Tar evidenziando che la Provincia ha effettuato anche interventi alternativi, rivelatasi inefficaci e sottolineando la tendenza al continuo incremento della specie e quindi dei danni, ha concluso che “sono stati evidenziati i concreti rischi igienico-sanitari e all’eco-sistema derivanti dalla loro proliferazione; - che l’abbattimento diretto delle nutrie pare autorizzato dal recente intervento del legislatore regionale”.
Nella prospettiva di approfondire l'argomento a proposito delle diverse sentenze dei Tar, spesso in contraddizione tra di loro, vi proponiamo di seguito l'autorevole opinione espressa da Mauro De Biagi in un post alla notizia di BigHunter "Provincia di Vercelli: vietato sparare alle specie nocive":
I TAR e il cittadino comune L’articolo 1 della Costituzione italiana dovrebbe essere modificato come segue: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione e...ai TAR che fanno e disfanno a loro insindacabile piacimento... Non vorrei sembrare irrispettoso (perché non lo sono) né dell’ordinamento democratico, né tanto meno dei Tribunali Amministrativi Regionali, ma credo che una simile rilettura “ironica” del primo articolo della nostra Costituzione sia quanto meno inevitabile, osservando quello che è successo in questi giorni in due regioni contigue come la Lombardia e il Piemonte, dove i due organi di giurisdizione amministrativa hanno adottato provvedimenti diametralmente opposti. In Lombardia, il TAR regionale ha respinto il ricorso presentato dalla LAV contro il controllo della nutria deciso dalla Provincia di Bergamo, in accordo con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (I.N.F.S., ora I.S.P.R.A.).
In Piemonte, il TAR regionale ha invece accolto il ricorso proposto da alcune associazioni ambientaliste e animaliste (fra le quali la LAV) contro gli abbattimenti delle specie nocive (fra le quali la nutria) decisi dalla Provincia di Vercelli, in accordo con lo stesso istituto scientifico I.S.P.R.A. Di fronte a questi due pronunciamenti così contrastanti, il cittadino comune non può che farsi alcune domande.
Prima domanda: esiste una graduatoria di saggezza fra i vari TAR italiani?
Seconda domanda: siccome ogni Tribunale è fatto di uomini con sensibilità e convincimenti di natura filosofica, è possibile che queste decisioni siano influenzate dai loro personali e opinabili principi? Se la risposta fosse affermativa, allora sarebbe perfettamente inutile continuare a chiedere la certezza del diritto.
Ultima domanda: è possibile che le gravi esigenze di salute pubblica evidenziate da un’amministrazione locale (Regione, Provincia o Comune) e il lavoro di un autorevole organo tecnico-scientifico come l’ISPRA vengano misconosciuti in maniera così eclatante?
Se, come appare evidente, anche in questo caso la risposta fosse affermativa, allora non resterebbe che prendere una decisione draconiana: abolire subito l’ISPRA per manifesta inutilità e incapacità scientifica e, subito dopo, abolire non solo le Province, ma anche i Comuni e le Regioni. Tanto alla salute pubblica, alla stabilità degli argini e agli interessi degli agricoltori e degli allevatori ci pensano la LAV e qualche TAR.! Con tutto il rispetto.