L'Agenzia Agi oggi ribatte la bella iniziativa che vede coinvolti diversi attori in Toscana e che vede come protagonisti i cacciatori cinghialai a favore della condivisione e solidarietà. L'omnipresente cinghiale da problema per l'agricoltura diventa una risorsa per il banco alimentare, ovvero la raccolta benefica di cibo da destinare alle famiglie in difficoltà, sempre più numerose.
La Regione Toscana, in collaborazione con il Banco alimentare e le associazioni venatorie, all'inizio di questo mese ha infatti lanciato l’iniziativa ‘cinghiale solidale’, al fine di utilizzare la preziosissima carne dei cinghiali abbattuti come strumento di beneficenza.
“Questo progetto ci dà la possibilità di far fronte all’emergenza ungulati – spiega Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agroalimentare - e al tempo stesso di distribuire alle persone in difficoltà un prodotto ad alto valore nutrizionale come la carne. Un esempio di economia circolare che permette di ottimizzare le risorse del nostro territorio con un obiettivo non solo ambientale ma sociale”.
Ad occuparsi della distribuzione sarà Banco alimentare che conta sul territorio regionale 550 strutture Caritas affiliate e 117.000 assistiti. “Nell’ultimo anno si sono aggiunte quasi 17.000 persone, una cosa mai vista – racconta Leonardo Berni, presidente del Banco alimentare della Toscana - stiamo cercando di potenziare il servizio per rispondere alla crescente domanda di aiuto. In questo caso noi porteremo le confezioni di carne alle varie Caritas che poi le conserveranno nei pozzetti frigo. Ci teniamo molto a questa iniziativa”.
Il progetto entrerà a regime in estate, grazie all'attivazione di una filiera corta che coinvolge associazioni venatorie, centri di lavorazione carni, il Banco alimentare e le Caritas. La carne deriverà da una quota dei capi abbattuti secondo le modalità previste dalla legislazione regionale che gli ambiti territoriali di caccia decideranno di destinare all’iniziativa di beneficenza. A questi capi si aggiungono quelli donati direttamente dalle squadre di caccia ma anche dagli enti Parco. In Toscana nel 2019 sono stati abbattuti 70 mila cinghiali, è dunque evidente che la risorsa non manca e permetterà un continuo approvvigionamento per i bisognosi. La Regione di suo ha stanziato 60 mila euro che andranno a pagare i costi per la lavorazione delle carni e per lo stoccaggio nei centri di lavorazione: 25.000 all’Asl Sud Est, dove si concentra la maggiore presenza di cinghiali, 17.500 alla Nord ovest e altrettanti alla Centro. Le carcasse lavorate verranno affidate al Banco alimentare che si occuperà della distribuzione sul territorio rispettando la catena del freddo.
“La Regione ha pubblicato settimane fa la call per l’adesione – spiega il presidente del Banco alimentare – e finora la risposta è stata buona. Un ottimo segnale visto che i centri sono fondamentali per la riuscita dell’iniziativa”.
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