La Giunta della Regione Veneto, dopo il parere favorevole espresso dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha approvato, su proposta dell’Assessore regionale alla Caccia e alla Pesca Cristiano Corazzari, la delibera che proroga il regime venatorio sperimentale per l’Unità gestione “Lessinia” e l’Unità gestionale “Monte Baldo”, per la stagione venatoria 2021/2022.
Il provvedimento autorizza il prelievo venatorio sulla specie cinghiale (Sus scrofa), in provincia di Verona, dove è sempre più presente e diffuso questo animale selvatico che crea danni sia all’ambiente, in generale, che all’agricoltura; motivo per cui è necessario e imperativo il controllo del suo popolamento.
“Stiamo parlando di un animale selvatico – ha spiegato l’Assessore Corazzari – che si moltiplica a dismisura. In questo caso, ad esempio, a differenza di altre specie animali, che necessitano assolutamente di protezione per evitare l’estinzione, al contrario, risulta fondamentale e urgente monitorarne il popolamento che, in alcuni territori come quello scaligero, provoca danni importanti all’ambiente e all’agricoltura. E’ importante, quindi, rinnovare il provvedimento proprio per garantire e tutelare un equilibrio di sostenibilità e salvaguardia del territorio e della sua vocazione agricola”.
L’area da monitorare, nello specifico, riguarda la zona alpina e pedemontana della provincia di Verona che è stata suddivisa in due distinte Unità di gestione, una definita “Lessinia”, l’altra “Baldo”: Entrambe appartenenti per la quasi totalità alla zona faunistica delle Alpi, fatto salvo che per una fascia collinare, per lo più appartenente alla Lessinia, che comprende parte del territorio dell’ambito territoriale di caccia del Garda e dei Colli.
Nell’Unità gestione “Lessinia”, complessivamente nella precedente stagione venatoria sono stati abbattuti n. 100 maschi (56,2%) e n. 78 femmine (46,0%). Nell’Unità gestione “Monte Baldo”, d’altra parte, in tutto sono stati abbattuti n. 110 maschi (60,4%) e n. 72 femmine (39,6%).
Per entrambe le aree si prevede, per la prossima stagione 2021-2022, un prelievo nell'ordine del 40% della consistenza stimata, da attuarsi sia da appostamento (punto di sparo) che in girata. Rimane invece vietato il prelievo alla cerca (se non in controllo da parte della Polizia provinciale), in battuta e in braccata.
Nel rimanente territorio regionale è tuttora vigente il piano per il controllo alla specie cinghiale, le cui azioni sono gestite dalle competenti Polizie Provinciali. (Regione Veneto)