Sui danni causati dalla fauna selvatica il Ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli ha risposto alla Camera ad un'interrogazione parlamentare proposta da diversi deputati. L'interrogazione in sostanza chiedeva se non ritenesse necessario modificare la legge 157/92 al fine di rendere più efficaci i piani di contenimento in particolare dei cinghiali, al fine di limitare l'impatto, ormai fuori controllo, sulle produzioni agricole.
Questa la risposta del Ministro: “le regioni, laddove necessario, possono già provvedere al contenimento della popolazione dei cinghiali, applicando le disposizioni contenute nell’articolo 11-quaterdecies, comma 5, del decreto-legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con legge n. 248 del 2 dicembre 2005, allo scopo di effettuare piani di prelievo selettivo senza limiti temporali. Rilevo che, con una nota congiunta, del 21 aprile 2021, dei Ministeri della Salute, Politiche agricole e Transizione ecologica – anche la competenza di molti Dicasteri non aiuta e non agevola le soluzioni che i produttori aspettano – è stato trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico sulla gestione del cinghiale e della peste suina africana, al fine di fornire un supporto specifico nella redazione e nell’aggiornamento dei singoli Piani regionali di gestione degli ungulati”.
“Relativamente alle previsioni di una modifica della legge n. 157 del 1992, che consente alle regioni l’utilizzo di soggetti diversi da quelli previsti all’articolo 19, comma 2, della citata legge - continua Patuanelli - , è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che sembra aprire alla possibilità di avvalersi di altri soggetti, i cosiddetti coadiutori, a condizione che questi ultimi abbiano frequentato appositi corsi di preparazione, organizzati dalla regione sulla base di programmi concordati con ISPRA. Non si può non tenere conto quindi della sentenza della Corte costituzionale e segnalo infine che le regioni stanno già legiferando in linea con la citata sentenza della Corte”.
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