Se, come fa la Lav, per sostenere le proprie tesi si arriva a spararla grossa, affermando qualcosa che definire inesatto è un eufemismo, di solito si hanno ben poche argomentazioni valide. La dichiarazione del Responsabile della Lav Massimo Vitturi in occasione della manifestazione di Coldiretti che ha chiesto un incremento degli abbattimenti dei cinghiali, non è sfuggita all'occhio attento dei tanti cacciatori che frequentano anche il nostro sito. In diversi commenti è stato fatto notare come la Rai (RaiNews) tra le diverse voci, abbia ritenuto di pubblicare senza batter ciglio, anche l'affermazione della Lav secondo cui il mondo venatorio ha fallito "dopo più di 15 anni di caccia illimitata".
Chi già si chiede cosa si intenda con questo termine, è subito accontentato. Vitturi infatti spiega che "i danni all’agricoltura imputati ai cinghiali sono in continua crescita, sebbene oramai dal 2005 possano essere cacciati 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno". Chissà in che paese abita il rappresentante della Lav, perchè di certo in Italia non è così. Ma la tesi secondo cui affidare la gestione del cinghiale alla caccia sia del tutto controproducente, non potrebbe essere dimostrata con la mera realtà dei fatti. Dunque tanto vale scrivere una castroneria del genere, si sa mai che i media ci caschino e la diano distrattamente per vera. E così purtroppo è successo, dato che il comunicato è stato enfatizzato proprio in questa parte, senza alcun appunto del giornalista Rai, che avrebbe dovuto quantomeno evidenziare la contraddizione rispetto al tema della giornata (gli agricoltori sono andati in piazza proprio per chiedere un allungamento della stagione venatoria al cinghiale), nonchè alle dichiarazioni di tutti gli altri intervenuti.
Ma gli animalisti, lo sappiamo bene (epico fu il calcolo astronomico degli animali ipoteticamente abbattuti dai cacciatori presentato bellamente in tv dal responsabile della Lipu qualche anno fa), in questi equivoci ci sguazzano, permettono loro di fare capolino e farsi ascoltare dal grande pubblico con affermazioni eclatanti. Ed infatti anche in questa occasione la Lav ha potuto fare la sua proposta. Al Ministro Cingolani ha chiesto di attingere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare la messa a punto del vaccino immunocontraccettivo, affermando che esso rappresenta l’unica possibilità di agire efficacemente sulla consistenza numerica dei cinghiali, escludendo definitivamente i cacciatori. Vaccino che, ricordiamolo, attualmente non ha dato nessun riscontro di efficacia sui grandi numeri, non è stato nemmeno preso in considerazione da Ispra, essendo stato sperimentato solo in cattività e da poco su territori circoscritti (ancora in corso la sperimentazione al Parco Regionale della Maremma).
In questo anche aspro dibattito, sembra pressochè assente la voce dei parchi, sicuramente fra i responsabili di questa anomalia denunciata da Coldiretti.
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