Riceviamo e pubblichiamo:
Sempre pronti a richiamare l’Europa per ridurre tempi e specie, per la tortora selvatica invece non bastano i pareri della Commissione: il solito gruppo di associazioni anticaccia utilizza ancora una volta le bugie e la mistificazione come strategia per colpire i cacciatori
Le solite sigle animal-ambientaliste hanno inviato una lettera alle Regioni Italiane in cui chiedono, sulla base di argomentazioni errate o superate, il divieto di caccia alla tortora selvatica per la prossima stagione venatoria.
Incredibilmente tali sigle omettono la decisione conclusiva concordata a livello europeo nel Gruppo di Lavoro Internazionale per il Prelievo Adattativo sulla tortora, formalizzata nei documenti della Commissione Europea disponibili al pubblico nel sito https://circabc.europa.eu. Una decisione che ha stabilito per l’areale europeo centro-orientale il mantenimento della caccia a questo selvatico nel corso della prossima stagione con un prelievo ridotto del 50% rispetto agli anni precedenti.
La decisione è quindi la continuazione della caccia alla specie con queste prescrizioni e non il divieto.
L’Italia è inserita nell’areale centro-orientale con tutte le regioni ad eccezione di Piemonte e Liguria che fanno parte dell’areale occidentale, dove la proposta della Commissione (non concordata) è di sospensione del prelievo.
Federcaccia sta lavorando a fianco delle Regioni italiane per far recepire entrambe le decisioni europee e la gran parte delle Regioni sta emanando calendari che riducono della metà il prelievo massimo stagionale (10 capi invece di 20), le giornate di pre apertura e il periodo di caccia dopo la terza domenica di settembre. Così, ad esempio il Veneto ha ridotto a 10 capi il carniere stagionale, lo stesso ha fatto la Basilicata e così l’Abruzzo. Altre Regioni seguiranno questa proposta riducendo anche le giornate di preapertura.
Indubbiamente un sacrificio, ma comunque preferibile all’assoluto divieto di prelievo e in ogni caso una riduzione che interesserebbe solo questa stagione in attesa di rivedere i dati.
Questi i fatti, evidentemente non graditi alle sigle anticaccia sopra citate che, colpite nel segno in una delle loro battaglie ideologiche, cercano maldestramente di minacciare gli Assessori e i Funzionari regionali o di dare una giustificazione a quelli allineati con le loro idee: un comportamento a dir poco vergognoso, che allontana sempre di più il loro mondo dalle Istituzioni, da una società correttamente informata e dalla possibilità di dialogo per la conservazione della biodiversità.
Federcaccia si è già attivata presso le Regioni Italiane sollecitando il recepimento della proposta della Commissione e invitandole a non tenere in considerazione le argomentazioni inconsistenti e tendenziose presenti nella lettera a firma delle sigle anticaccia.
(Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia)
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