Come gia' Enpa e Lav, anche la Lipu dichiara pubblicamente di non aderire alla campagna di raccolta firme per i referendum contro la caccia di iniziativa dell'associazione ORA - Rispetto per tutti gli animali e di un comitato composto da 12 associazioni. Associazioni per lo più sconosciute, come ribadisce la Lipu nel suo comunicato, nel quale si fa presente di aver ricevuto da esse la richiesta di sostegno ai due referendum ma di aver per proprio conto fatto presente le molteplici criticità.
La prima è il raggiungimento del quorum: negli ultimi 25 anni è successo solo per quello sul nucleare in combinazione con la trgedia di Fukushima in combinazione a quello per l'acqua pubblica. C'è poi il fatto che "resta in capo al Parlamento la possibilità di rimescolare le carte e tornare in breve tempo a legiferare sulla stessa materia oggetto dei quesiti referendari, facendo rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta" scrive Lipu.
"Peraltro, nel caso in oggetto, tale rischio risulterebbe particolarmente alto perché - per fare un altro esempio - qualora si dovesse abrogare l’articolo 19bis della legge 157/1992 che recepisce l’articolo 9 della Direttiva Uccelli in materia di deroghe al divieto di caccia (danni all’agricoltura o sicurezza pubblica), l’Italia verrebbe a trovarsi scoperta in tema di normativa comunitaria (nelle parti su cui sono già occorse una procedura di infrazione comunitaria e una condanna da parte della Corte di Giustizia) e dovrebbe quindi tornare a legiferare, con tutti i rischi comportati dal riaprire una questione positivamente chiusa negli anni scorsi".
Lipu evidenzia infine come il contrasto alla caccia sia un’azione complessa, impegnativa, che necessita di lavoro scientifico, dati, informazioni, azioni politiche, campagne mediatiche. E rivendica i risultati fin qui ottenuti. Si parte dal 1967, con l’abolizione delle cacce primaverili e il contenimento dell’uccellagione, arrivando agli anni 70, con la definizione della fauna quale patrimonio dello Stato, passando per le varie campagne referendarie, fino alla legge 157. "Siamo andati avanti, a livello nazionale ed europeo, contribuendo a ridurre a meno di quattro mesi la stagione venatoria che un tempo durava da agosto a marzo, con “finestre” di deroghe ad aprile e maggio. Abbiamo contribuito a dimezzare le specie cacciabili e ridurre di due terzi il numero dei cacciatori".
Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
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