Nell'ambito della discussione del decreto legge 73 "Misure urgenti connesse all'emergenza Covid 19, per le imprese, il lavoro, i giovani e i servizi territoriali", (approvato ieri con voto di fiducia in Senato), Bruzzone ha elogiato l'inserimento del provvedimento che taglia al 10% (fino a dicembre 2021) l'Iva sulle operazioni di cessioni di selvaggina dagli allevatori. Il che significa che tra gli animali destinati all'alimentazione umana sono stati compresi anche quelli ceduti vivi per l'attività venatoria.
Si tratta di un settore tutt'altro che marginale e che secondo Bruzzone va incentivato. "In questo paese - ha detto in Senato - sono circa 3 milioni i capi allevati e messi a disposizione di circa 2500 aziende faunistiche e allevamenti privati".
La caccia - ricorda inoltre Bruzzone - fa muovere lo 0,8% del pil nazionale. La riduzione dell'aliquota è una proposta che lui stesso aveva avanzato due anni fa in un'interrogazione, ancora senza risposta. Il fine è quello di valorizzare lo sviluppo della filiera alimentare della carne di selvaggina, carne pregiata e di qualità, come dimostra il forte interesse dei ristoranti stellati, che, secondo il Senatore della Lega, merita l'interesse del legislatore, anche con la modifica di norme superate.
"Noi diciamo meglio le carni provenienti da fauna selvatica, piuttosto che gli insetti che ci propina l'Europa" chiude Bruzzone.
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