Col titolo "si cacci (con il fucile) il parrocchetto dalla Puglia", il giornalista Camillo Langone torna su "Il Foglio" sulla dibattuta questione degli squilibri faunistici in questo nostro disgraziato paese. E chiarisce: “Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli uccelli del cielo”. Che Satana abbia sedotto tutta la terra è dimostrato dal presente capovolgimento di Genesi 9,2" Oggi non sono gli uccelli ad avere timore degli uomini, sono gli uomini ad avere timore degli uccelli, resi invincibili da leggi, costumi, masochismi collettivi. Prima i piccioni, poi i gabbiani, ora i pappagalli che hanno invaso la Puglia dove devastano i mandorleti ma chi se ne frega, gli agricoltori sono uomini e pertanto colpevoli (“L’ordine che definisce la rispettiva posizione delle diverse specie viventi è la storia politica di un’ingiustizia” spiega il filosofo antiuomo Emanuele Coccia)."
"Il parrocchetto monaco - continua Langone - a dispetto del nome non è per nulla casto, anzi è superprolifico, campa trent’anni, vive in grandi colonie, fa un rumore assordante, rovina tutto (“Gli piace molto distruggere quello che può” informa un sito pappagallista), costruisce nidi che arrivano a pesare 200 chili e possono uccidere un cristiano, se cadono, come capita, per una ventata".
"Ma cosa vuoi che sia - conclude - un cristiano per un legislatore occidentale e per i suoi elettori brain free. Prego di incontrare in Puglia un cacciatore biblico siccome sto leggendo la ricetta n° 232 di Apicio: “Slegherai il pappagallo, lo laverai, lo chiuderai nel pentolone…”.
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