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Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc


martedì 10 agosto 2021
    
Riceviamo e pubblichiamo:


Pubblicato dall’ISPRA il volume “Rapporti Direttive Natura (2013-2018). Sintesi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale in Italia”. Federcaccia chiede un coinvolgimento diretto dei cacciatori nella stesura dei Rapporti come raccomandato dalla Commissione Europea

Per la prima volta l’ISPRA pubblica in un unico Rapporto i risultati sullo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale nel nostro Paese (Ercole et al., 2021). Si tratta della sintesi delle rendicontazioni che l’Italia ha già trasmesso alla Commissione Europea nel 2019 (periodo 2013-2018) in ossequio alle Direttive Habitat (92/43/CEE) e Uccelli (2009/147/CE), nonché al Regolamento UE 1143/2014 per le specie esotiche invasive. 

I dati riportati sono quelli già confluiti nel Composite Report europeo (State of Nature in the EU) prodotto dall’UE ogni 6 anni, base di riferimento per le strategie europee di settore come le Direttive Natura e la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030. 

Il Rapporto è stato redatto dall’ISPRA, dal MiTE e dalla LIPU, ma i contenuti delle tre rendicontazioni che lo sostanziano sono il risultato del lavoro di molte persone esperte, di Associazioni ambientaliste, ornitologiche e di Società scientifiche. 

Le Associazioni Venatorie, e Federcaccia in particolare, hanno collaborato alla versione finale del Rapporto riguardante la Direttiva Uccelli, che è stato inviato da ISPRA in una bozza quasi definitiva. Diverse parti sui fattori di minaccia e di iniziative ambientali indicate da FIdC sono state recepite nel Rapporto, tuttavia questa collaborazione non è citata nel testo. Federcaccia, pur apprezzando il coinvolgimento, chiede che in futuro, sin dall’inizio del processo di stesura dei Rapporti, sia costituito un Tavolo di Lavoro a cui partecipino anche i tecnici delle Associazioni Venatorie e delle Regioni e Province Autonome, per una gestione collegiale delle informazioni. Questa è l’indicazione della Commissione Europea e il modo migliore per ottenere condivisione. 

In ogni caso, è ben noto che anche a livello europeo oltre il 40% delle informazioni dei Report prodotti per la Direttiva Habitat provengono da indagini parziali e più del 20% si basa esclusivamente sul giudizio di esperti, mentre per la Direttiva Uccelli oltre il 30% delle informazioni deriva da indagini parziali e più del 15% si basa sul giudizio di esperti (CE, 2020). 

I dati italiani non sono dissimili da quelli europei ed emerge chiaramente la necessità di un maggior impegno e coordinamento nella raccolta dati per cercare di tracciare un quadro attendibile. 

Il Rapporto conferma per il nostro Paese una biodiversità particolarmente ricca, con 306 specie di uccelli, 349 specie animali e vegetali (322 terrestri e delle acque interne e 27 marine) e 132 habitat (124 terrestri e delle acque interne e 8 marini) di interesse comunitario. Relativamente numerose sono però anche le specie esotiche invasive di rilevanza unionale (31), per le quali il Regolamento UE 1143/14 impone agli Stati membri l’attuazione di azioni di contrasto. 

La situazione che emerge dal Rapporto, e che si ripete è relativa al periodo 2013-2018, è quella di un quadro a luci e ombre. Sono classificati in uno stato di conservazione sfavorevole il 53% della fauna terrestre e delle acque interne (considerando tutti i gruppi tassonomici, di cui il 17% in cattivo stato di conservazione), il 22% delle specie marine e l’89% degli habitat terrestri (di cui il 40% in cattivo stato di conservazione). Particolarmente significativo è quest’ultimo dato, che evidentemente condiziona pesantemente anche lo stato di conservazione delle specie animali che li frequentano.

Nell’ambiente terrestre è l’agricoltura la principale causa di deterioramento degli habitat e delle specie, cui fa seguito l’impatto delle infrastrutture e dell’urbanizzazione. Questi fattori sono ricorrenti minacce anche per la conservazione degli uccelli. In particolare si ritiene che le moderne pratiche agricole abbiano inciso in modo determinante sulla drastica diminuzione delle popolazioni di specie tipiche degli ambienti agricoli. 

Il fenomeno è ben noto anche a livello europeo dove l’agricoltura e le attività ad essa collegate risultano la principale minaccia per le specie e gli habitat d’interesse comunitario. Si stima, in particolare, che il 74% delle specie di uccelli nidificanti a terra sia in declino, non solo per l’impatto diretto dell’agricoltura, ma anche perché divenuti più vulnerabili ai predatori generalisti. Nel complesso lo stato di conservazione dell'avifauna nidificante in Italia rispecchia i processi in corso nel decennio, con il 47% delle specie che presenta un incremento di popolazione o una stabilità demografica e quasi un quarto delle specie in decremento. Le specie minacciate sono comunque diminuite, essendo passate dal 30% al 26%. Tra le specie ornitiche svernanti il 61% sono in condizioni stabili o in incremento e il 23% risulta in diminuzione. È interessante notare come le più importanti popolazioni di Rapaci in migrazione sull'Italia mostrano da tempo una tendenza positiva, dopo la fase di declino di alcuni decenni or sono. 

In sintesi i risultati complessivi dell’Italia appaiono in linea con quelli emersi su scala europea nell’ultimo ciclo di reporting. 
Per quanto riguarda le specie esotiche invasive di interesse unionale presenti in Italia i risultati del Report, realizzato ai sensi del Regolamento UE 1143/14, evidenziano che il 35% non è stato oggetto di alcun intervento gestionale finalizzato al contrasto. 

Ciò è oggettivamente grave poiché vi è una crescente mole di evidenze che ne documenta la minaccia per habitat e specie tutelati o minacciati (su circa il 12% dei siti Natura2000 e il 20,1% degli habitat). Non possiamo a tal riguardo non rilevare come una delle ragioni principali della loro progressiva diffusione quasi incontrastata nel Paese sia dovuta allo status di tutela legale accordato paradossalmente in passato anche a queste specie (ma in parte ancora oggi) e a quella che potremmo definire una sistematica indecisione/latenza delle Autorità preposte. Non dimentichiamo che su questo tema l’Italia è terza nella graduatoria tra i Paesi dell’Unione dopo la Francia e il Belgio.

In definitiva i dati esposti evidenziano l’urgente necessità di un maggiore impegno per la conservazione delle specie e degli habitat in Italia, attivando e finanziando adeguate misure di gestione e di conservazione principalmente degli habitat.

Per saperne di più:
    • CE, 2020. Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo. Lo Stato della Natura nell'Unione europea. Relazione sullo stato e sulle tendenze delle specie e dei tipi di habitat protetti dalle direttive Uccelli e Habitat nel periodo 2013-2018. Bruxelles, 15.10.2020 COM (2020) 635 final.

    • Ercole S., Angelini P., Carnevali L., Casella L., Giacanelli V., Grignetti A., La Mesa G., Nardelli R., Serra L., Stoch F., Tunesi L., Genovesi P. (ed.), 2021. Rapporti Direttive Natura (2013-2018). Sintesi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale in Italia. ISPRA, Serie Rapporti 349/2021.


Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-Ambientali Federcaccia
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12 commenti finora...

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Avete voluto collaborare credendo di accreditarvi chissà quali meriti, invece, dopo aver acquisito quanto di loro interesse, si sono ben preoccupati di millantare credito, mandandovi a quel paese.occorrono altre riprove, affinché capiate che questa gente, oltre a non avere un briciolo di onestà intellettuale ci vuole solo morti? Perché le associazioni venatorie, continuano a leccargli ancora il fondo schiena? Tanta insistenza, fa sospettare interessi; e quali sulla pelle dei cacciatori?

da Gaspare 13/08/2021 12.57

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Bravo Flagg. Mi hai preceduto. Concordo.

da Hunter74 12/08/2021 2.52

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Per esperienza DIRETTA, quando qualcuno pubblica un lavoro e non cita tutti quelli che hanno dato un contributo significa che i caporali non hanno fatto una beata mazza se non apporre il loro nome in bella vista rubando il lavoro ed i meriti di altri. L' elelnco dei nomi di solito indica l' entita' del contributo, quindi chi ha contribuito meno appar ein fondo ma questo e' molto diverso dall' eslcusione totale. A parte questo, il vero problema in Italia e' che NON c'e' alcuna gestione seria. L' ISPRA produce solo scartoffie....

da Flagg 11/08/2021 17.32

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Uellaaaaaaa.....i cartellini di dieci anni degli ATC di Genova.....galleggiavano nell ultima alluvione....vorrei capire dove sono i cartellini attuali...e da dove arrivano i conteggi e da chi sono avvallati ....e chi controlla per noi !!! ....una FLY WAY....NON SI NEGA A NESSUNO....FENOMENI ????

da Annibale 11/08/2021 16.30

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Non ci rompete con queste cazzate, noi cacciatori dobbiamo andare a caccia fino al 31 di marzo. In altri europei sparano come e quando vogliono e da noi ci sono le restrizioni peggiori del mondo. W la CACCIA ed i Cacciatori

da Cacciatori calabresi 10/08/2021 19.48

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Nell’ambiente terrestre è l’agricoltura la principale causa di deterioramento degli habitat e delle specie, cui fa seguito l’impatto delle infrastrutture e dell’urbanizzazione. Questi fattori sono ricorrenti minacce anche per la conservazione degli uccelli. In particolare si ritiene che le moderne pratiche agricole abbiano inciso in modo determinante sulla drastica diminuzione delle popolazioni di specie tipiche degli ambienti agricoli. Nel rapporto ISPRA la caccia non viene neppure menzionata. Eppure le uniche restrizioni vengono applicate a noi cacciatori. C'è qualcosa che non va. Non credete?

da Hunter74 10/08/2021 15.34

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Eh no cari miei...niente referendum non cambiamo le carte in tavola,qui...stiamo all argomento....COSA HANNO FATTO LE AAVV E GLI ATC E I TROMBATI POLITICI RIFUHIATI NELLA GESTIONE CACCIA......per ovviare al degrado delle campagne di fatto "date in gestione " NON CAMBIAMO

da Annibale 10/08/2021 14.39

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Giuseppe, per la raccolta firme c'e' il limite di tre mesi…………...non tre anni, poveracci hanno raccolto forse 80.000 firme……………….la decima parte di quelle che debbono raccogliere!!!! Infatti per avere 500.000 firme valide, né devi raccogliere 700.000/800.000, depurare quelle false, quelle errate, ect, ect. Ti rivelo un segreto,( se vuoi scommettere una cena di pesce con me)neanche gli altri referendum ( giustizia ed eutanasia, riusciranno a raccogliere le firme, figurati quei quattro gatti contro la caccia!

da Ercole 10/08/2021 14.31

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

da cacciatore spero che venga accolto il referendum per vietare la caccia,mi fa tanto specie vedere enti come l'ispra (inservibile)wwf,enpa,e tutta l'accozzaglia di sigle di ass.succhiasoldi dello stato senza utilita'ecc.ecc che fine faranno,vietata la caccia il castello viene giu,a cosa servirebbero queste sedicenti ass. ambientaliste? a niente,contro chi combatterebbero? non credo contro i proprietari di cani di affezzione,ne contro le grandi industrie,quindi dovranno sparire,i parchi e tutto l'apparato sarebbe solo una palla al piede del governo ed esborso di euro e visto che non navighiamo nell'oro!!!!!!!!!!!!!!!

da giuseppe 10/08/2021 13.53

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Rapporto che fa riferimento ai dati 2013 - 18 inviati alla comunità europea nel 2019 e pubblicati nel 2021 direi che Ispra o ha molte cose da fare oppure se l'è presa un pò comoda per partorire un topolino

da Marco 10/08/2021 11.42

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

Sono arrivato alla conclusione che ambientalisti e studi scientifici portano sfiga alla natura agli animali e all’ambiente: prova ne sia che quando tutto quanto sopra non esisteva e la campagna veniva gestita dai campagnoli con la terza elementare l’Italia era un Paradiso terrestre.

da Dario 10/08/2021 11.04

Re:Stato Conservazione specie Ispra. Il commento di Fidc

DALLA 157/92,COSA C É DI NUOVO SOTTO IL SOLE ??? 11. Negli ambiti territoriali di caccia l'organismo di gestione promuove e organizza le attività di ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica, programma gli interventi per il miglioramento degli habitat, provvede all'attribuzione di incentivi economici ai conduttori dei fondi rustici per: a) la ricostituzione di una presenza faunistica ottimale per il territorio; le coltivazioni per l'alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli soprattutto nei terreni dismessi da interventi agricoli ai sensi del regolamento (CEE) n. 1094/88 del Consiglio del 25 aprile 1988; il ripristino di zone umide e di fossati; la differenziazione delle colture; la coltivazione di siepi, cespugli, alberi adatti alla nidificazione; b) la tutela dei nidi e dei nuovi nati di fauna selvatica nonchè dei riproduttori; c) la collaborazione operativa ai fini del tabellamento, della difesa preventiva delle coltivazioni passibili di danneggiamento, della pasturazione invernale degli animali in difficoltà, della manutenzione degli apprestamenti di ambientamento della fauna selvatica. Con la variante che poi ci avete messo tt gli SPURGHI POLITICI POSSIBILI E IMMAGINABILI,.?non credo ci voglia ISPRA EX INFS....ad evidenziare il FALLIMENTO DEGLI ATC...e delle AAVV.

da Annibale 10/08/2021 10.58