I cinghiali abbattuti dagli agricoltori sul proprio terreno così come previsto dalla legge 3/94, in assenza di un centro di sosta all’interno dell’ATC, potranno essere utilizzati per rifondere i danni provocati o per rimborsare i costi sostenuti per l’intervento.
Lo ha precisato la Direzione Regionale Sviluppo Rurale che ha finalmente chiarito un altro aspetto che ha reso, fino a qui, complicata l’attuazione della legge regionale approvata su proposta della Vicepresidente Stefania Saccardi. Lo rende noto Coldiretti che esprime soddisfazione per un chiarimento che consentirà di rendere esecutiva, sui territori, la possibilità per gli agricoltori muniti di tesserino venatorio di intervenire direttamente per difendere le coltivazioni dagli attacchi di cinghiali, storni, piccioni e nutrie. Il chiarimento della Regione Toscana non lascia spazio ad equivoci: nel caso in cui non sia stato istituito il Centro di Sosta (CdS) all’interno dell’ATC o comunque in caso di impossibilità a ricevere, possono seguire quanto previsto dall’art. 37 al comma 6 ter, cioè possono essere utilizzati per rifondere i danni provocati o per rimborsare i costi sostenuti per l’intervento, destinandoli al soggetto che ha effettuato l’abbattimento. Dovrà essere in ogni caso tenuta traccia della destinazione dei capi.
“Il chiarimento fuga ulteriori motivazioni che hanno reso fino a qui sterile una legge che punta a tutelare agricoltura e comununità. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La legge prevede che la gestione post-abbattimento del cinghiale sia in capo alle ATC attraverso l’attivazione dei centri di sosta. Laddove però non sono stati attivati o non sono presenti potranno essere direttamente i proprietari o conduttori dei fondi a gestire i capi abbattuti.”.
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