Il mondo rurale francese si sta organizando per contestare la politica e gli ambientalisti che stanno minando dalle fondamente le tradizioni delle campagne. Di fronte alle infinite proteste di origine metropolitana, contro le mucche che puzzano, il suono delle campane, i galli che cantano, le rane che gracidano, ma soprattutto l'avversione per le cacce tradzionali, agricoltori e cacciatori, insieme a un opinione pubblica diffusa che sostiene il quieto vivere in campagna, stanno organizzando una forte reazione.
Per quanto riguarda le cacce tradizionali, le volontarie carenze del Ministero dell'Ambiente e della Transizione Ecologica e Solidale, nella redazione dei decreti e le mancate risposte ai quesiti del Consiglio di Stato, hanno permesso all'"anti-tutti" con la benedizione del governo di ottenere risultati. A breve sarà indirizzata al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio una mozione sostenuta dal collettivo. Allo stesso tempo, numerose dimostrazioni pacifiche si svolgeranno dalla fine di agosto in tutto il paese. "Di fronte al dogmatismo verde, al tradimento del governo e ad alcuni mesi di importanti scadenze politiche - si legge in un comunicato emesso dal collettivo - , è tempo che la ruralità stigmatizzata e trascurata riacquisti la sua nobiltà. Le popolazioni rurali, che hanno la sensazione di essere cittadini di serie B, daranno voce al loro sgomento e alle loro richieste di una ruralità viva e considerata al suo vero valore".
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