Il Presidente Nazionale Arci Caccia Cristian Maffei ha scritto Presidente del Consiglio Draghi, ai Ministri Patuanelli e Cingolani e al Presidente della Conferenza Stato Regioni Fedriga per chiedere che vengano intraprese le azioni utili a consentire il prelievo della tortora nella prossima stagione venatoria.
"La legge per la tutela della fauna selvatica ed il prelievo venatorio - scrive Maffei, consente, ad alcune condizioni precise, il prelievo in deroga di specie di avifauna selvatica nel mese di settembre. Tale possibilità è, per giusta motivazione, di tutela e conservazione delle specie che sono oggetto di prelievo subordinato alla conoscenza del loro stato di conservazione per le quali il cacciatore può essere autorizzato al prelievo contingentato, così come previsto dalle normative europee. E’ compito dello Stato membro, con l’impegno delle Regioni, verificare e censire la consistenza delle popolazioni di avifauna selvatica e indicare i criteri per accedere alla deroga, nonché indicare gli strumenti di controllo tempestivi e riconosciuti dall’ISPRA e dai Ministeri competenti, per armonizzare la gestione agli indirizzi europei che debbono essere rispettati in modo uniforme dagli Stati aderenti alla Comunità Europea. E’ indispensabile corrispondere la giusta esigenza di tutela della biodiversità di specie selvatiche che sono un patrimonio della comunità internazionale e nazionale. E’ grave che la Comunità Europea non contrasti efficacemente le illegali stragi di uccelli migratori che, annualmente, vengono compiute in molti paesi mediorientali. Prendiamo atto che la richiesta delle Regioni, ad oggi, sia rimasta senza esito; chiediamo al Governo le motivazioni che hanno comportato detto ritardo. Siamo inoltre in attesa di conoscere le iniziative assunte dal governo per dare certezza alle legislazioni. Ci uniamo alla richiesta della “Conferenza” per sapere a che punto sono i piani di conservazione delle specie oggetto di tutela ed eventuali “deroghe”. Le autorizzazioni non possono essere di una singola regione ma necessitano che siano omogenee e diano certezza di diritto e non siano impugnabili, in quanto conformi alle decisioni del governo.
Auspichiamo - prosegue Maffei - che il Ministero della Transizione Ecologia non si ostini in un silenzio tatticoecologico, subordinato ad interessi che esprimono i partiti che lo sostengono e sappia corrispondere al suo dovere istituzionale di approvare i piani di gestione di tutte le specie in declino e vigili sul corretto recepimento ed applicazione delle normative europee da parte di tutti gli stati membri quali destinatari delle stesse. L’incertezza determinatasi scarica la responsabilità e promuove contenziosi tra i diversi portatori d’interesse producendo danni alla buona gestione del territorio. Le politiche ecologiche nulla hanno a che vedere con divieti di comodo della politica.
Il governo - conclude il presidente Arcicaccia - intervenga sui ritardi nella definizione e nell’applicazione dei piani faunistici regionali. L’assenza dei sopra citati piani faunistici regionali concorre a quelle criticità denunciate dall’ISPRA che segnala che l’89% degli habitat in Italia sono a rischio. Noi siamo preoccupati. Il Governo? Auspichiamo una risposta al Paese".
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