"Come diretti interessati e rappresentanti di questa specialità venatoria - si legge in un comunicato dell'ACMA, l'associazione dei migratoristi acquatici - troviamo indispensabile e improrogabile riportare l’attenzione sul moriglione. A poco meno di un mese all’inizio della stagione venatoria alcune regioni, in particolare Veneto e Lombardia, non si sono ancora attivate per consentire una gestione controllata del prelievo di questa specie che appassiona numerosi cacciatori specialisti. Le motivazioni e le situazioni sono le più disparate, ma il risultato non cambia. Per quanto riguarda il Veneto le assicurazioni politiche di un’appropriata delibera integrativa al calendario al momento non si sono concretizzate. In questa Regione negli ultimi anni, grazie al lavoro svolto dai cacciatori nel gestire le zone umide e per mantenere le tradizioni venatorie, si è riusciti a renderla fondamentale per il moriglione sia durante la migrazione autunnale sia durante la stagione riproduttiva. I dati ufficialmente riconosciuti lo dimostrano e sarebbe un crimine far svanire questo risultato poiché, se si perde l’interesse venatorio, di conseguenza si perde l’incentivo a mantenere e investire in questi ambienti. Alla Regione Veneto da settimane, se non mesi, l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche ed Agro-Ambientali della Federcaccia ha fornito le specifiche per la realizzazione di un piano di gestione regionale in linea con l’accordo AEWA, ma non si è voluto dargli alcun seguito."
"Per la Lombardia invece, al momento - prosegue la nota - non risulta nessuna volontà da parte né delle amministrazioni né di alcune associazioni per rendere possibile un misurato prelievo di questo tuffatore. Una grave ingiustizia considerata la forte tradizione e interesse che hanno centinaia di cacciatori frequentatori dei grandi laghi ed anche degli sguassi. Vero è che la questione calendario venatorio quest’anno in Regione Lombardia risulta molto intricata. Sperando si cambi rotta noi, come diretti interessati, offriamo la nostra più ampia collaborazione per contribuire ad una praticabile soluzione e si apra per lo meno un dialogo. Oltre tutto un divieto senza giustificati motivi può creare reazioni poco condivisibili."
"Il nostro compito di associazione che tutela i cacciatori di acquatici - conclude ACMA - è di supportare e confrontarsi con l’amministrazione pubblica per arrivare a concrete e tecnicamente valide delibere nei tempi utili poi alla loro applicazione. Evidenziamo però che semplici delibere senza validi piani di gestione potrebbero innescare i presupposti per opportunistici ricorsi rischiando di invalidare il lavoro svolto e interdire il prelievo per la restante parte della stagione, quindi l’attuazione dei piani è determinante. Abbiamo inoltre proposto diverse soluzioni per la rendicontazione dei capi abbattuti (cosa richiesta dalla UE e che sembra preoccupare l’ufficio caccia per l’eccessivo impegno) come l’utilizzo di una applicazione (acquistabile dalla Regione Toscana per esempio) oppure la creazione di un fascicolo apposito (come fatto dalla Regione Marche per la tortora). Se venisse scelto quest’ultimo caso abbiamo anche dato la nostra disponibilità a collaborare nella raccolta ed analisi dei dati."
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